Giornale di Brescia 2005/Giugno
Altrettanto seriamente ed attento alla tutela del territorio rovatese intervengo per ricordare che le controversie sorte in merito ai problemi ambientali non sono affatto polemiche sterili e che l’attenzione all’ambiente non è riserva di caccia esclusiva di una parte politica.
Forza Italia mai è stata forza di governo a Rovato e dall’opposizione tenta di condizionare alcune scelte che possono avere delle ricadute pesanti in termini di inquinamento.
Ben sappiamo che Rovato è parzialmente fognato e che l’obiettivo deve essere quello di completare il sistema fognario. Compito dell’amministrazione dovrebbe essere quello di spingere sull’acceleratore verso la soluzione di questo decennale problema. Forza Italia è contraria alla realizzazione di un depuratore consortile delle dimensioni annunciate e capace di servire il bacino della franciacorta. Il problema fognario rovatese non ha nulla a che vedere con il depuratore consortile.
A proposito della cava Bonfadina dobbiamo rimarcare che le vere battaglie vanno combattute contro pericoli reali ed immediati e non le semplici cave, contro le quali abbiamo assistito sbigottiti ad una assurda propaganda, esclusivamente per fini elettorali, nelle elezioni provinciali del 2004.
Ancora oggi vediamo tutta l’opposizione all’amministrazione provinciale con tutte le organizzazioni ambientaliste schierate al loro fianco in questa battaglia. Non voglio entrare nel merito perché oggi siamo di fronte ad un problema molto più grave che si tenta di far passare in secondo piano:
un possibile maggior sfruttamento della discarica ex-Rovedil con la scusa di risolvere il problema segnalato dall’Ente Controllore (ARPA). Infatti a causa di un ribassamento che impedisce il deflusso delle acque piovane, l’Ente ha predisposto la messa in sicurezza della discarica. Il mancato deflusso delle acque meteoriche potrebbe inquinare le falde acquifere. Da qui la necessità di predisporre una messa in sicurezza, ovvero ricreare una pendenza sufficiente a garantire negli anni il deflusso delle acque meteoriche, prevedendo l’ulteriore assestamento.
La ex-cava Rovedil divenne famosa perché tutte le Amministrazioni del comune di Rovato dagli anni ‘90 in poi avevano giurato di non volerla e al contrario del volere degli amministratori, i cittadini rovatesi se la sono ritrovata. Non è finita qui! La CoGeMe avrebbe dovuto provvedere alla gestione e alla messa e tenuta in sicurezza per un certo numero di anni. La CoGeMe avrebbe dovuto dare alla discarica una determinata pendenza per il deflusso delle acque meteoriche. Al contrario nessun intervento è stato effettuato.
Una cosa è certa: la responsabilità è a carico di chi ha amministrato e gestito la discarica (leggi Cogeme) e di coloro che erano tenuti a controllare (Comune di Rovato, nella sua qualità di amministratore del territorio). Abbiamo nomi e cognomi.
Siamo di fronte alla classica BOMBA ECOLOGICA. Le falde acquifere sono a rischio ed il vero problema è intervenire immediatamente per salvare il nostro territorio. Cosa ce ne facciamo dei dibattiti intorno alle questioni economiche promossi dall’Amministrazione comunale.
Esattamente nel luglio 2004 si era avanzata l’ipotesi di una verifica del bacino con dei semplici cabotaggi: non si è saputo più nulla!
E’ evidente che tutti questi fatti ed omissioni di controllo gettano una luce buia sul bacino e fanno sorgere molte domande: saranno stati utilizzati solo i rifiuti prescritti; vi sono altri rifiuti di cui non conosciamo l’esistenza.
Nelle vicinanze della discarica il tessuto urbano si è arricchito con nuovi insediamenti residenziali; la popolazione residente nelle vicinanze è aumentata di molto e la densità demografica non è assolutamente paragonabile a quella di quando si diede il via allo sfruttamento della discarica.
I cittadini residenti nelle vicinanze hanno subito i danni maggiori a causa delle esalazioni di biogas che perdurano tutt’oggi nell’assoluta noncuranza dell’amministrazione comunale.
Il Comune di Rovato non deve assolutamente cadere nell’errore di risolvere il problema riempiendo ulteriormente la discarica con altri rifiuti.
Si creerebbe un duplice problema: il primo legato all’ulteriore sovraccarico di rifiuti del bacino; il secondo legato all’ulteriore aumento dell’emissione di biogas che oggi rappresenta un disagio innegabile per tutti coloro che abitano nel circondario e che tutti i giorni fanno i conti con lo sgradevole olezzo che proviene dalla discarica e che certamente non onora l’ex capitale della franciacorta.
Dobbiamo purtroppo segnalare il “silenzio assordante” delle organizzazioni ambientaliste; la loro latitanza non è assolutamente coerente e saremmo lieti di sentire un loro parere al riguardo.
Cogliamo l’occasione per chiedere al sindaco di Rovato di assumersi la responsabilità di una scelta coerente a tutela del territorio e del verde sempre più scarseggiante che ci circonda e di respingere fermamente le “sirene” legate solamente agli interessi economici dello sfruttamento del bacino.
Dott. Aldo Rossi
Coordinatore Comunale di Forza Italia Rovato