sabato 24 febbraio 2007

Napolitano rinvia Prodi alle Camere

Napolitano rinvia Prodi alle CamereBerlusconi: "L'agonia continueràgovernano con il mercato dei voti"
di Redazione - sabato 24 febbraio 2007, 14:27

Roma - Dopo l'intensa "due giorni" di consultazioni al Quirinale, la crisi di governo è arrivata alla svolta. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha respinto le dimissioni del premier rinviando il governo alle Camere per il voto di fiducia: primo appuntamento chiave, quello previsto martedì al Senato. Il capo dello Stato ha motivato in questo modo la sua decisione: "Ho ascoltato con attenzione e rispetto le voci di tutte le formazioni politiche. Le consultazioni hanno confermato la complessità della crisi apertasi dopo le dimissioni del presidente Prodi. Nel corso dei colloqui tutte le componenti dell'Unione hanno riconosciuto la gravità dei problemi derianti dalla scrasa coesione della maggioranza, sia su taluni punti del programma di governo, sia per il risicato margine al Senato. Sulla base del nuovo accordo di programma e di metodo appena stilato, l'ipotesi di sperimentazione di una più estesa maggioranza - sostenuto da alcune componenti della Casa delle Libertà - non è risultato sufficientemente condiviso per risolvere la crisi. Ho ritenuto, pertanto, che non esistano le condizioni per lo scioglimento anticipato delle Camere, sia alla luce di una costante prassi istituzionale, sia in considerazione di un giudizio largamente convergente, benché non unanime, sulla necessità prioritaria di una modificazione del sistema elettorale vigente. Non vi è, al momento, una concreta alternativa al rinvio del governo dimissionario al parlamento. L'accertamento della sussistenza della maggioranza avverrà in tempi brevissimi, in modo tale da consentire, in caso di ottenimento della fiducia, il ritorno della piena normalità nella vita del governo". Il presidente del Consiglio Prodi, uscito dal colloquio con Napolitano, ha rilasciato una brevissima dichiarazione: "Mi presenterò alle Camere per il voto di fiducia nei tempi più rapidi possibili, con lo slancio rinnovato di una coalizione coesa e decisa ad aiutare il Paese, spingendo verso la ripresa economica che è in atto".

Bologna, Curcio in cattedra contro la Biagi

Bologna, Curcio in cattedra contro la Biagi
di Gianluigi Nuzzi - sabato 24 febbraio 2007, 07:00
Appena sopite le ire per l’ex leader di Potere operaio Oreste Scalzone e per Adriano Sofri ora arrivano gli ex brigatisti, figure di primo piano come Renato Curcio e Susanna Ronconi, a dividere le amministrazioni di centrosinistra. Con imbarazzanti inviti che provocano aperti scontri tra Ds e Rifondazione. Càpita a Bologna, si replica a Padova. Nel capoluogo emiliano è in agenda il 1° marzo una conferenza di Curcio sul precariato. Con la presentazione di «una ricerca sui mutamenti in atto nel mondo del lavoro». La data non passa inosservata. Visto che il fondatore delle Br sarà a Bologna proprio qualche giorno prima del quinto anniversario dell’agguato al professor Marco Biagi, ucciso dalle Br di Desdemona Lioce nel 2002. Una ricorrenza che rompe il centrosinistra. «Prima di difendere la presenza nella nostra città di Curcio - chiede provocatoriamente Andrea De Maria, segretario dei Ds della città -, Rifondazione comunista sarebbe pronta a chiedere a Curcio di pronunciarsi con esplicite parole di condanna sull’esperienza delle Brigate rosse?». Un invito destinato a cadere nel vuoto visto che il segretario Tiziano Loreti già respinge «demonizzazioni e speculazioni» ricordando che ormai Curcio «è uno studioso». E Montano così le proteste. Dal Polo, Fi e Lega, sino all’Italia dei Valori: l’invito è un autentico «sfregio». Intanto Curcio non cambia la sua agenda fitta di impegni. Passa in totale silenzio la conferenza che appena giovedì ha tenuto all’università di Palermo, facoltà di Lettere e filosofia. Come nessuno mostra di scomporsi per l’incontro di venerdì a Catania al Centro sociale Auro, organizzato in collaborazione con la libreria Gramigna (nome ricorrente…) e Isola Possibile.Dopo Bologna, situazione fotocopia si registra invece a Padova, città che già patisce le tensioni degli arresti dei nuovi brigatisti e l’inchiesta della Procura di Milano su alcuni sospetti fiancheggiatori e compagni del centro sociale Gramigna. Il 19 marzo, Rifondazione, che qui fa parte della maggioranza, ha invitato l’ex br Susanna Ronconi a un dibattito sulle tossicodipendenze che si terrà in Comune.

domenica 18 febbraio 2007

Libero News

Libero News: "«Il governo dovrà ascoltare questa base». I comunisti Franco Giordano e Oliviero Diliberto si sciolgono in un brodo di giuggiole ma sanno che stanno raccontando una gran balla. Prodi è stato categorico: la base di Vicenza sarà raddoppiata. Lo sapevano fin da subito. Tutti. Ciò nonostante, il club dei girotondi è salito sul treno, sulla macchina o sul pullman e ha fatto tappa a Vicenza, bellissima città. È stata una scampagnata, baciata da una giornata di sole. Non ci sono stati incidenti, e ne siamo tutti felici: nessuno voleva il remake di Genova. Il merito non è del servizio d'ordine della Cgil, ma delle forze dell'ordine. A parte il ministro Amato, a sinistra nessuno ha ringraziato polizia e carabinieri. Capita un po' spesso. Gli imbecilli non sono però mancati: erano quelli che sfilavano dietro striscioni con scritte vergognose 'Fuori i compagni dalla galera, dentro la Digos e le camicie nere', 'Terroristi siete voi, libertà per i rivoluzionari', 'Siamo comunisti, non terroristi. Il vero terrorismo è costruire basi di guerra' e 'Libertà per i compagni"

sabato 17 febbraio 2007

Le esternazioni di Diliberto e il rispetto dell'avversario

17 febbraio 2007 - Avvenire

Se il linguaggio della politica è ispirato dalla curva ultrà
Marina Corradi
Il giorno dopo, il segretario del Pdci Oliviero Diliberto ribadisce che l'avversario più avversario di tutti gli fa proprio schifo, e invece di scusarsi invita: mi denuncino, ci divertiremo in tribunale. Ora, siamo abituati da anni a ogni contumelia bipartisan contro gli avversari politici; siamo avvezzi a sentir dare dei «coglioni» a chi vota in un modo, e a assistere imperturbabili a ogni rissa o corrida parlamentare; a sentire urlare, da cortei capitanati da rispettabili onorevoli, «Una, cento, mille Nasiriyah», senza che chi c'era senta il bisogno di dimettersi per la vergogna. Tuttavia, quel "mi fa schifo" pare in tanta esuberanza verbale qualcosa di ancora inedito. Perché va al di là di ogni contestazione ragionevole, di ogni accusa spendibile sul piano logico. «Mi fa schifo», proclamato a un pubblico convegno, è pura espressione di una visceralità che di ragioni non ha alcun bisogno. È affermare una ripugnanza istintiva, un'avversione innata, quella che tutti ben conosciamo fin da bambini davanti a un bruco, o a un ragno peloso. Nessuna spiegazione sulla utilità dei bruchi o dei ragni può abbattere quel moto viscerale: «Mi fa schifo». Per questo che un'affermazione simile entri nel dibattito politico, e nemmeno il giorno dopo, più calmi, si pensi di scusarsene, fa impressione. Non facciamo più tanto caso agli insulti, quando siano incentrati sulla proposta politica dell'avversario. Troviamo naturale che ci si affronti a colpi d'obice, tra i due fronti, nel merito delle questioni. Purché lo scontro, da frontale, qualche volta almeno trovi delle mediazioni, dei minimi comuni denominatori: è la politica, il lavoro della politica. Ma se alle ragioni logiche sostituisci quel conato di insofferenza istintiva, non c'è più spazio per nessuna mediazione, né politica. C'è l'odio, e basta. È, questo linguaggio, quello che si parla nelle curve degli stadi. È la lingua dei teppisti che sfasciano senza una ragione ciò che possono; e di certe aule di scuola, dove si malmen a un compagno handicappato e la ragazzina del primo banco ride facendo una smorfia disgustata: «Che puzza!». Già, che schifo, perché quel poveretto terrorizzato se l'è fatta addosso. Parole consuete, dunque, parole di ogni giorno. E però che, senza ripensamenti, così parlino quelli che chiamiamo "onorevoli", ci mette addosso una sottile inquietudine. Un Paese resta civile se riconosciamo all'avversario, comunque, il rispetto umano. Non è una faccenda formale: è quel riconoscimento dell'altro, che è alla base del vivere insieme, in pace. Appena un passo oltre, scatta l'arbitrio delle proprie private idiosincrasie, che non chiedono né forniscono ragioni. E allora ci si ritrova come nelle varie curve degli ultrà, in balia di avversioni viscerali che premono per essere agite. Chi ha oggi, più o meno, 40 anni ricorda ancora che a scuola la visita di un rappresentante dello Stato, dal presidente della Repubblica al sindaco del paese, era la rappresentazione ai ragazzi di un'Italia civile, in cui ognuno aveva e meritava rispetto. Forse c'era un po' di retorica, si stava in piedi davanti alla bandiera, e quando parlava quell'uomo "importante" con parole gravi. Forse eravamo ingenui, e non sapevamo tante cose. Però, quel che ci trasmettevano in fondo era l'idea di uno Stato teso a affermare il rispetto reciproco, e il bene comune. E saranno forse le «buone care cose di pessimo gusto» di un tempo. Però, che maledetta nostalgia.

Prima dei Dico e dei Pacs

Sabato 17 febbraio 2007 - Avvenire

Ma un'altra via c'è, e come. concreta e lineare
Marco Tarquinio
Lo slogan - ultimativo e martellante - è sempre lo stesso: o i Dico o i Pacs. Non ci sarebbe altra strada da percorrere per dare riconoscimento ai diritti delle persone che convivono e non vogliono o non possono sposarsi. Ma non è affatto così. E già oggi non è così. Perché in Italia già oggi è possibile regolare la libera unione di due persone con strumenti giuridici utili ed efficaci. C'è un'altra via, insomma: quella del Codice civile. Ed è una via appropriata, lineare, ben riconoscibile e - infatti - battuta da tempo da chi ha interesse a farlo. Una via che viene, invece, incomprensibilmente misconosciuta o trascurata. E che davvero con minimo sforzo di messa a punto, minima "pesantezza" normativa e minimo impatto ordinamentale può condurre al risultato che si vuole raggiungere. Forse non a quello fortemente voluto da gruppi di pressione assai determinati, certo a quello formalmente auspicato dal programma di governo dell'Unione.Giuristi dei più diversi orientamenti - pur nella granitica disattenzione dei mezzi di comunicazione di massa - continuano a ricordare al mondo della politica e all'opinione pubblica che il tema delle unioni di fatto merita di essere affrontato da quest'altro limpido versante. Uscendo in modo netto dalla logica del simil-matrimonio (più o meno mascherato) e dalla deleteria confusione che produrrebbe. Quell'ambigua logica e quella inevitabile confusione che, a parole, quasi tutti sostengono di voler evitare. E che sarebbe bene scongiurare non avventurandosi sul terreno minato di un presunto e intrusivo dovere dello Stato di sancire addirittura i "vincoli affettivi" dei suoi cittadini. O smettendola di far circolare la favola della impossibilità di assistere un convivente ammalato (basta volerlo - e scriverlo nero su bianco - e il problema, ammesso che emerga, è risolto). Ma anche tenendo ben ferma la basilare distinzione tra la sfera del matrimonio e quella del patrimonio (che si toccano ma non sono affatt o sovrapponibili). E cioè senza tentare di sostenere - come pure si sta incredibilmente facendo - che il possibile riconoscimento di taluni reciproci diritti patrimoniali tra conviventi passi inesorabilmente per la definizione di un qualche status para-matrimoniale.C'è l'altra via, quella dell'applicazione (con eventuali ritocchi) del Codice civile . E non si può continuare a fingere di non vederla. L'ampio ragionamento - e l'inquietante analisi delle incongruenze del disegno di legge sui Dico e dei contenziosi che genererebbe - sviluppato da un avvocato di grande esperienza come Annamaria Bernardini De Pace nel colloquio che pubblichiamo oggi a pagina 3 è la conferma della forte e diffusa preoccupazione per questa cecità ostentata. Un allarme che si sostanzia nel pressante invito - formulato con una sensibilità laica che finisce per essere in significativa assonanza con quella manifestatasi nel mondo cattolico - a ricalibrare e, in pratica, a riavviare un dibattito che rischia altrimenti di svilupparsi per slogan e stereotipi, senza davvero tener conto delle realtà di vita - sociale e giuridica - nel nostro Paese. E, invece, ne siamo sempre più convinti, c'è assoluto bisogno di rimettere i piedi a terra e le questioni al loro posto. Con tutta la necessaria chiarezza. E senza sterile bellicosità.

ROVATO. Il candidato sindaco della Lega fa il punto sulla sfida interna alla Cdl

Sabato 17 Febbraio 2007 - Bresciaoggi

Elezioni amministrative di Rovato: nella Casa delle libertà sembra ormai inevitabile un ballottaggio per scegliere il candidato sindaco chiamato a sfidare il primo cittadino uscente Andrea Cottinelli, espressione della lista di centrosinistra «Rovato civica» e Roberto Manenti leader di una coalizione che porterà il suo nome. In corsa per rappresentare il centrodestra ci sono Pierluigi Toscani, Lega nord, e Alessandro Conter, Forza Italia. Tramontata invece definitivamente la candidatura dell’esponente di Alleanza nazionale Carlo Alberto Capoferri. Toscani, candidato nel 2002, in consiglio da quindici anni, assessore ai servizi sociali durante il mandato Roberto Manenti, è già entrato in clima agonistico: «Al di là delle decisioni del centrodestra - osserva -, spero che Manenti non ripeta l’errore delle passate elezioni quando, presentando la sua lista, fece perdere la Casa delle libertà per una manciata di voti. Ma nel caso in cui ostinatamente scegliesse questa strada mi auguro che gli elettori si ricordino che un voto alla lista di Manenti è un voto in meno per la Casa delle libertà e uno in più per il sindaco di centrosinistra. Invito quindi Manenti a tornare sui suoi passi e trovare una collocazione nella nostra coalizione». Sulle «primarie» con Conter, l’esponente leghista non ha dubbi: «Ci sono trattative in corso ad ogni livello politico ma al di là delle decisioni garantisco che la Cdl si presenterà compatta - afferma Toscani -: tutta la coalizione remerà nella stessa direzione a prescindere dal candidato sindaco». Sui cinque anni di governo del centrosinistra, il leader del Carroccio rovatese non ha dubbi: sono stati un fallimento. «L’amministrazione Cottinelli - osserva -, ha messo in bilancio per anni solo opere iniziate dal precedente esecutivo: solo nell’ultimo anno ha messo opere proprie. Sono una lista civica mascherata che nasconde realmente una coalizione di sinistra per cui come ho scritto sull’ultimo numero del Leone, invece che lista del trenino potrebbe chiamarsi lista Pinocchio, perché non ha mantenuto le promesse fatte, e dimenticando gli slogan hanno riaperto la discarica ex Rovedil e l’inceneritore non lo ha fatto a Rovato ma a Parona». Per Toscani sicurezza e riduzione fiscale saranno i punti di forza su cui elaborare il programma. «Se dovessi esser candidato sindaco - spiega - metterei al primo posto la sicurezza dei cittadini con forte inasprimento dei controlli diurni e notturni a Rovato facendo ricorso anche alle Ronde Padane». «Mi piacerebbe - annuncia il leader leghista - ridurre la pressione fiscale intervenendo per abbassare le aliquote Ici della prima casa e punterei sulla valorizzazione delle frazioni e sul rilancio dell’immagine di Rovato che è, e merita di esserlo, capitale della Franciacorta».

sabato 10 febbraio 2007

SONDAGGIO NEL CENTRODESTRA

Chi sfiderà Cottinelli?Chi sarà lo sfidante (Questi i risultati aggiornati a oggi 17 febbraio 2007)

Aldo Rossi (190) 40%
Pierluigi Toscani (135) 28%
Roberto Manenti (52) 11%
Alessandro Conter (40) 8%
Carlo Fogliata (23) 5%
Carlo Alberto Capoferri (23) 5%
Giuseppe Gussago (10) 2%
Emanule Rossi (3) 1%

Paese mio – 30 ottobre 2006

Nuova sede e nuovi programmi per Forza Italia

Un gazebo per la raccolta di firme contro la proposta di legge Amato, allestito domenica 29 ottobre, ha permesso ai rovatesi di individuare la nuova sede del Gruppo di Forza Italia, sita all’inizio di via Cesare Battisti, che rimarrà aperta ogni domenica mattina dalle 10 alle 12.
Un gruppo rappresentato in Consiglio Comunale da tre consiglieri, Vittore Martinelli, Giuseppe Gussago e Aldo Rossi, quest’ultimo coordinatore comunale e capogruppo consiliare di Forza Italia, di recente subentrato al compianto di Luigi Bellini.
Un gruppo quello di Forza Italia con un comitato direttivo composto da 11 persone, tutte rovatesi, tra cui una sola donna.
Un gruppo che si sta preparando con entusiasmo alle prossime elezioni amministrative comunali, ma che sostiene anche la “battaglia” nazionale contro la manovra finanziaria e le recenti riforme di governo.
Ne è un esempio lo stesso banco per la raccolta di firme contro la proposta di legge Amato che consentirebbe agli stranieri di ottenere la cittadinanza italiana dopo cinque anni di permanenza in Italia.
“Non siamo contrari al conferimento della cittadinanza italiana agli stranieri – afferma il rappresentante del gruppo Aldo Rossi – ma tale concessione non deve essere data per mera anzianità di soggiorno. Vanno valutati altri requisiti tra cui la conoscenza della lingua italiana, dei principi costituzionali e una effettiva integrazione lavorativa”.
Recentemente sui muri del paese sono apparsi dei manifesti, a firma dei partiti che compongono la casa delle libertà riportanti la seguente frase: “Fermiamo Cottinelli e compagni prima che ci facciano anche la Moschea”
Qual è il significato di tali manifesti?
“I manifesti – chiarisce Rossi - sono una provocazione. Il problema dell’integrazione è molto sentito tra la popolazione, un problema che l’attuale amministrazione dovrebbe affrontare e non minimizzare. Invece si è creato a Rovato un atteggiamento di sostegno e accoglienza verso qualsiasi forma di immigrazione che ha lasciato, purtroppo, spazio a forme di clandestinità e irregolarità. Le forme di sostegno vanno bene in situazioni di emergenza ma non devono diventare la regola. Se un simile trend continuerà anche in futuro, tra 15 o 20 anni i cittadini rovatesi saranno una minoranza. Non siamo contro l’integrazione ma siamo per una forma di integrazione sostenibile e controllata”.
Oltre all’integrazione sostenibile, quali sono gli altri punti alla base del programma che vi condurrà alle elezioni amministrative comunali?
“Per il momento abbiamo un programma “aperto” a cui stiamo lavorando.
Abbiamo organizzato alcuni comitati elettorali che si riuniscono periodicamente, per creare una sorta di apertura verso la società rovatese, perché la politica e i buoni programmi si fanno tra i cittadini. Chiunque voglia partecipare è ben accetto”.
Come sono i rapporti con gli altri partiti che compongono la Casa delle Libertà?
“Buoni. Ne sono un esempio i manifesti che sono stati stampati di comune accordo. L’intento è quello di collaborare per arrivare compatti alle elezioni amministrative. Attualmente vi è la disponibilità di tutti in tal senso”.
Come giudicate l’operato dell’amministrazione Cottinelli?
In questi anni l’amministrazione ha fatto cose positive e negative. Di positivo possiamo citare l’attenzione rivolta alle problematiche giovanili con l’istituzione del Tavolo delle Politiche Giovanili, nonché le forme di sostegno attuate nell’ambito sociale verso anziani, famiglie disagiate e portatori di handicap. Negative sono le promesse fatte e non mantenute nel campo dei lavori pubblici, del rispetto per il territorio e l’ambiente. Pare che siano stati portati avanti tanti interventi a pioggia senza la predisposizione di un piano generale che tenga conto delle esigenze della comunità.
Se nel maggio 2007 il vostro partito dovesse essere chiamato a guidare il paese cosa cambiereste e cosa manterreste di ciò che è stato fatto negli ultimi 5 anni?
Certamente non vogliamo “rottamare” tutte le cose buone che sono state fatte dall’amministrazione Cottinelli, in primis quelle in precedenza citate che vanno sicuramente mantenute e migliorate (continuate).
Cambieremmo invece la politica del settore commerciale rovatese, a cui vanno dati nuovi impulsi.
Le mini iniziative organizzate dall’amministrazione per rivitalizzare il commercio si sono dimostrate fallimentari. Buona è stata la costituzione di un’associazione di categoria ma questa non è stata adeguatamente supportata. Rovato deve ritornare ad essere capoluogo del commercio. Ciò consentirebbe anche di rendere il paese più vivo e vivibile, rendendo il terreno meno fertile all’invasione di extracomunitari irregolari”.
Un programma dunque in continua evoluzione, un programma per far crescere Rovato nel rispetto della esigenze dei cittadini.

IL LEONE – GENNAIO 2006

IMMIGRAZIONE E SICUREZZA. Come Roma anche Rovato ha il suo Colle e come spesso accade dall’alto non sempre si percepiscono i problemi reali, i disagi dei concittadini.
Come abbiamo già detto l’immigrazione è un dato di fatto incontrovertibile per tutti i paesi occidentali e l’errore consiste nel difendersi o adeguarsi passivamente. Dobbiamo prendere in considerazione una politica di integrazione programmata e seria che non sia frutto di improvvisazioni.
La legge italiana prevede il divieto di assembramento, ovvero il divieto di fermarsi per strada per gruppi superiori a due persone: legge antiquata e “fascista” dirà qualcuno; riteniamo che si debba ricominciare ad applicarla per riconquistare gli spazi che ci sono stati sottratti nelle vie del centro, nel parco Aldo Moro, in quei momenti della giornata, soprattutto serali, dove chi lascia il posto di lavoro e deve raggiungere la propria automobile non si sente sicuro e vede come una minaccia la presenza di queste persone che fanno “comunella”.
Tutti hanno diritto di passeggiare per le vie del centro e di fermarsi dentro e fuori gli esercizi pubblici: ci domandiamo però che cosa facciano tante persone, nelle ore del giorno, a gironzolare senza meta e con sospetto, nelle ore che solitamente tutti noi passiamo al posto di lavoro?
In questi giorni abbiamo visto articoli sui giornali locali dove l’amministrazione comunale traccia un rendiconto dell’attività svolta dalla polizia locale relativamente all’anno 2005: si evidenziano in questi articoli i migliori risultati rispetto all’anno precedente e si da notizia di un volantinaggio nella zona di S. Donato oggetto di numerosi furti recentemente, per diffondere il numero di pronto intervento della polizia locale
Orbene credo che i maggiori fermi effettuati siano solamente la punta di un iceberg, quello dei crimini e della presenza di tantissimi clandestini; un iceberg che deve essere portato alla luce con la prevenzione e non con l’intervento, postumo, dopo che il crimine sia avvenuto. Sarebbe interessante conoscere i dati dei crimini commessi a Rovato negli ultimi anni per una migliore valutazione del fenomeno.
Bene che qualcuno risponda al telefono del pronto intervento ma sarebbe auspicabile una maggiore presenza preventiva e dissuasiva sul territorio; siamo ben lontani da ciò che realmente i rovatesi chiedono.
Passiamo ora alle nostre proposte sulle quali apriremo un dibattito: a) Eliminazione sportello degli Immigrati b) Meno Polizia e più Pulizia: il paese non deve essere “presidiato” ma “pulito” iniziando dalle persone irregolari.

Dott. Aldo Massimo RossiCoordinatore Comunale di Forza Italia Rovato

Nuova sede e nuovi programmi per Forza Italia

Domenica 29 ottobre Forza Italia di Rovato ha raccolto le firme contro la proposta di legge Amato che consentirebbe agli stranieri di ottenere la cittadinanza italiana dopo cinque anni di permanenza in Italia.
Forza Italia è contraria al conferimento della cittadinanza italiana agli stranieri così come prospettato nel disegno di legge. Tale concessione non deve essere data per mera anzianità di soggiorno; devono essere valutati altri requisiti tra cui la conoscenza della lingua italiana, dei principi costituzionali e una effettiva integrazione lavorativa.
Recentemente sui muri del paese sono apparsi dei manifesti, a firma dei partiti che compongono la casa delle libertà riportanti la seguente frase: “Fermiamo Cottinelli e compagni prima che ci facciano anche la Moschea”
I manifesti sono una mera provocazione e vogliono solo portare il dibattito sul vero problema che è quello dell’integrazione. Il problema dell’integrazione è molto sentito tra la popolazione, un problema che l’attuale amministrazione dovrebbe affrontare e non minimizzare. Invece si è creato a Rovato un atteggiamento di sostegno e accoglienza verso qualsiasi forma di immigrazione che ha lasciato, purtroppo, spazio a forme di clandestinità e irregolarità. Le forme di sostegno vanno bene in situazioni di emergenza ma non devono diventare la regola. Se un simile trend continuerà anche in futuro, tra 15 o 20 anni i cittadini rovatesi saranno una minoranza.
Altro problema che viene ignorato è quello della scuola obbligatoria dove la presenza di extracomunitari è andata oltre il 30-35%. I ragazzi italiani devono sopportare i ritardi ....

Non siamo contro l’integrazione ma siamo per una forma di integrazione sostenibile e controllata”.

REFERENDUM CONFERMATIVO RIFORMA COSTITUZIONALE

SI’ AL REFERENDUM CONFERMATIVO RIFORMA COSTITUZIONALE 25/26 GIUGNO

PERCHE’ VOTARE SI’

Ecco i punti principali:
PREMIER: Diventa premier il candidato della coalizione che vince le elezioni (un’elezione di fatto diretta). Si insedia senza aver bisogno del voto di fiducia, ma solo di un voto sul programma. Determina (e non più coordina) la politica del governo. Nomina e revoca i ministri. Ha il potere di chiedere al capo dello stato di sciogliere la Camera.
FEDERALISMO (DEVOLUTION): Alle Regioni passa la legislazione esclusiva su: assistenza e organizzazione sanitaria, organizzazione scolastica, polizia amministrativa regionale e locale. Clausola di interesse nazionale: se il governo ritiene che una legge regionale pregiudichi l’interesse nazionale, ne può promuovere l’annullamento.
PARLAMENTO: I membri della Camera scendono a 518 (oggi sono 630), dei quali 18 eletti dagli italiani all’estero. Si potrà diventare deputati dai 21 anni (ora a 25). I senatori saranno 252, eletti in ciascuna Regione contestualmente ai rispettivi consigli (oggi il plenum è di 316 membri oltre ai senatori a vita).
Vi si può accedere dai 25 anni (oggi 40). I rappresentanti delle regioni partecipano ai lavori del Senato ma non possono votare.
ITER DELLE LEGGI: Alla Camera si discutono e approvano le leggi che riguardano materie riservate allo Stato (come politica estera, immigrazione, sicurezza, politica monetaria). Il Senato ha 30 giorni per proporre delle modifiche, ma è la Camera a decidere in via definitiva. Al Senato spetta la competenza primaria sulle materie concorrenti, cioè quelle riservate sia allo Stato sia alle Regioni.
CAPO DELLO STATO: Scioglie la Camera, ma solo su richiesta del premier. Rappresenta l’unità federale della Repubblica. L’età minima per essere eletti è di 40 anni.
CORTE COSTITUZIONALE: I giudici rimangono 15, ma vengono nominati in modo diverso: 7 dal parlamento (4 dal Senato federale e 3 dalla Camera), 4 dal presidente della Repubblica, 4 dai magistrati


Dott. Aldo Massimo Rossi
Coordinatore Comunale di Forza Italia Rovato

DISCARICA A ROVATO: NO GRAZIE!

Giornale di Brescia 2005/Giugno
Altrettanto seriamente ed attento alla tutela del territorio rovatese intervengo per ricordare che le controversie sorte in merito ai problemi ambientali non sono affatto polemiche sterili e che l’attenzione all’ambiente non è riserva di caccia esclusiva di una parte politica.
Forza Italia mai è stata forza di governo a Rovato e dall’opposizione tenta di condizionare alcune scelte che possono avere delle ricadute pesanti in termini di inquinamento.
Ben sappiamo che Rovato è parzialmente fognato e che l’obiettivo deve essere quello di completare il sistema fognario. Compito dell’amministrazione dovrebbe essere quello di spingere sull’acceleratore verso la soluzione di questo decennale problema. Forza Italia è contraria alla realizzazione di un depuratore consortile delle dimensioni annunciate e capace di servire il bacino della franciacorta. Il problema fognario rovatese non ha nulla a che vedere con il depuratore consortile.
A proposito della cava Bonfadina dobbiamo rimarcare che le vere battaglie vanno combattute contro pericoli reali ed immediati e non le semplici cave, contro le quali abbiamo assistito sbigottiti ad una assurda propaganda, esclusivamente per fini elettorali, nelle elezioni provinciali del 2004.
Ancora oggi vediamo tutta l’opposizione all’amministrazione provinciale con tutte le organizzazioni ambientaliste schierate al loro fianco in questa battaglia. Non voglio entrare nel merito perché oggi siamo di fronte ad un problema molto più grave che si tenta di far passare in secondo piano:
un possibile maggior sfruttamento della discarica ex-Rovedil con la scusa di risolvere il problema segnalato dall’Ente Controllore (ARPA). Infatti a causa di un ribassamento che impedisce il deflusso delle acque piovane, l’Ente ha predisposto la messa in sicurezza della discarica. Il mancato deflusso delle acque meteoriche potrebbe inquinare le falde acquifere. Da qui la necessità di predisporre una messa in sicurezza, ovvero ricreare una pendenza sufficiente a garantire negli anni il deflusso delle acque meteoriche, prevedendo l’ulteriore assestamento.
La ex-cava Rovedil divenne famosa perché tutte le Amministrazioni del comune di Rovato dagli anni ‘90 in poi avevano giurato di non volerla e al contrario del volere degli amministratori, i cittadini rovatesi se la sono ritrovata. Non è finita qui! La CoGeMe avrebbe dovuto provvedere alla gestione e alla messa e tenuta in sicurezza per un certo numero di anni. La CoGeMe avrebbe dovuto dare alla discarica una determinata pendenza per il deflusso delle acque meteoriche. Al contrario nessun intervento è stato effettuato.
Una cosa è certa: la responsabilità è a carico di chi ha amministrato e gestito la discarica (leggi Cogeme) e di coloro che erano tenuti a controllare (Comune di Rovato, nella sua qualità di amministratore del territorio). Abbiamo nomi e cognomi.
Siamo di fronte alla classica BOMBA ECOLOGICA. Le falde acquifere sono a rischio ed il vero problema è intervenire immediatamente per salvare il nostro territorio. Cosa ce ne facciamo dei dibattiti intorno alle questioni economiche promossi dall’Amministrazione comunale.
Esattamente nel luglio 2004 si era avanzata l’ipotesi di una verifica del bacino con dei semplici cabotaggi: non si è saputo più nulla!
E’ evidente che tutti questi fatti ed omissioni di controllo gettano una luce buia sul bacino e fanno sorgere molte domande: saranno stati utilizzati solo i rifiuti prescritti; vi sono altri rifiuti di cui non conosciamo l’esistenza.
Nelle vicinanze della discarica il tessuto urbano si è arricchito con nuovi insediamenti residenziali; la popolazione residente nelle vicinanze è aumentata di molto e la densità demografica non è assolutamente paragonabile a quella di quando si diede il via allo sfruttamento della discarica.
I cittadini residenti nelle vicinanze hanno subito i danni maggiori a causa delle esalazioni di biogas che perdurano tutt’oggi nell’assoluta noncuranza dell’amministrazione comunale.
Il Comune di Rovato non deve assolutamente cadere nell’errore di risolvere il problema riempiendo ulteriormente la discarica con altri rifiuti.
Si creerebbe un duplice problema: il primo legato all’ulteriore sovraccarico di rifiuti del bacino; il secondo legato all’ulteriore aumento dell’emissione di biogas che oggi rappresenta un disagio innegabile per tutti coloro che abitano nel circondario e che tutti i giorni fanno i conti con lo sgradevole olezzo che proviene dalla discarica e che certamente non onora l’ex capitale della franciacorta.
Dobbiamo purtroppo segnalare il “silenzio assordante” delle organizzazioni ambientaliste; la loro latitanza non è assolutamente coerente e saremmo lieti di sentire un loro parere al riguardo.
Cogliamo l’occasione per chiedere al sindaco di Rovato di assumersi la responsabilità di una scelta coerente a tutela del territorio e del verde sempre più scarseggiante che ci circonda e di respingere fermamente le “sirene” legate solamente agli interessi economici dello sfruttamento del bacino.



Dott. Aldo Rossi
Coordinatore Comunale di Forza Italia Rovato

DISCARICA A ROVATO: NO GRAZIE!

Senza cadere in “polemiche sterili” vogliamo ricordare che a causa di un ribassamento della discarica il mancato deflusso delle acque meteoriche potrebbe inquinare le falde acquifere. Necessario predisporre una messa in sicurezza, ovvero ricreare una pendenza sufficiente a garantire negli anni il deflusso delle acque meteoriche, prevedendo l’ulteriore assestamento.
La ex-cava Rovedil divenne famosa perché tutte le Amministrazioni del comune di Rovato dagli anni ‘90 in poi avevano giurato di non volerla e al contrario del volere degli amministratori, i cittadini rovatesi se la sono ritrovata. Non è finita qui! La CoGeMe avrebbe dovuto provvedere alla gestione e alla messa e tenuta in sicurezza per un certo numero di anni. La CoGeMe avrebbe dovuto dare alla discarica una determinata pendenza per il deflusso delle acque meteoriche. Al contrario nessun intervento è stato effettuato.
Esattamente nel luglio 2004 si era avanzata l’ipotesi di una verifica del bacino con dei semplici cabotaggi: non si è saputo più nulla!
E’ evidente che tutti questi fatti ed omissioni di controllo gettano una luce buia sul bacino e fanno sorgere molte domande: saranno stati utilizzati solo i rifiuti prescritti; vi sono altri rifiuti di cui non conosciamo l’esistenza.
Nelle vicinanze della discarica il tessuto urbano si è arricchito con nuovi insediamenti residenziali; la popolazione residente nelle vicinanze è aumentata di molto e la densità demografica non è assolutamente paragonabile a quella di quando si diede il via allo sfruttamento della discarica.
I cittadini residenti nelle vicinanze hanno subito i danni maggiori a causa delle esalazioni di biogas che perdurano oggi.
Il Comune di Rovato non deve assolutamente cadere nell’errore di risolvere il problema riempiendo ulteriormente la discarica con altri rifiuti.
La Cogeme, come tutte le aziende, ha nel suo core-business lo sfruttamento economico del bacino. Sarebbe come chiedere al macellaio: cosa mangio oggi: carne o pesce? Non me ne vogliano i macellai!
Il sindaco di Rovato non deve chiedere al macellaio (Cogeme) come vuol risolvere il problema ma deve assumersi la responsabilità della tutela del territorio e del verde sempre più scarseggiante che ci circonda.


Dott. Aldo Rossi
Coordinatore Comunale di Forza Italia Rovato

LEONE: Immigrati: l’Integrazione Sostenibile

Dopo i tragici fatti di Londra è venuto il momento di affrontare senza indugio il problema dell’”integrazione sostenibile”. L’immigrazione è un processo irreversibile per tutti i paesi occidentali e l’errore consiste nel difendersi o adeguarsi passivamente senza progettare soluzioni.
Una politica che prendesse in considerazione l’integrazione sostenibile, così come avviene per lo sviluppo dei paesi sottosviluppati darebbe finalmente ai cittadini occidentali un barlume di speranza; speranza di vedere salvaguardata la propria civiltà, la propria cultura, lo stile di vita, le tradizioni. Il nostro mondo occidentale viene sempre più messo in discussione: si discute se mantenere o meno il crocefisso nelle scuole per non offendere chi ha una diversa religione; si discute se permettere alle donne musulmane di tenere o meno il velo; si concede all’immigrato ciò che spesso non è concesso agli occidentali ovvero di esercitare il commercio abusivo senza licenza, di accedere agli alloggi comunali con preferenza rispetto agli occidentali in quanto sono distorti i criteri di accesso.
Una politica attiva cercherebbe di spalmare l’integrazione sul territorio in modo che non si formino dei ghetti tipo china-town; la distribuzione equilibrata nei diversi comuni eviterebbe che in alcuni si creino dei problemi di integrazione a livello di alloggio (creando problemi agli altri cittadini), a livello scolastico rallentando l’insegnamento e l’istruzione degli altri alunni, a livello di sicurezza. Inoltre uniformando la distribuzione si farebbe in modo che colui che decide di vivere nel nostro paese si veda costretto in un certo modo ad adeguarsi più velocemente non avendo il ghetto come rifugio protettivo. La necessità di integrazione costringerebbe l’immigrato ad avere maggiori rapporti, maggiori relazioni con gli occidentali e di fatto renderebbe fattibile l’integrazione.
E’ di questi giorni la polemica sulle scuole musulmane: possono certamente coesistere ma non sostituire la scuola primaria riconosciuta ufficialmente. La scuola è il primo passo di un lungo cammino che dovrebbe portare all’integrazione: evitare o cercare di scavalcare questo passaggio significherebbe concedere all’immigrato la possibilità di non volersi integrare (aldorossi@pobox.com).


Dott. Aldo Rossi
Coordinatore Comunale di Forza Italia Rovato

La stagione delle riforme

“LA STAGIONE DELLE RIFORME”. Le promesse elettorali del Governo Berlusconi, uscito vincente dalle politiche del 2001, sono state in grandissima parte realizzate: dalla riforma della Scuola, alla Ricerca Scientifica, dalla riforma del Diritto Societario a quella del Diritto Fallimentare (in dirittura d’arrivo), dalla riforma del Mercato del Lavoro (Legge Biagi) alla diminuzione del Costo del Lavoro (novità introdotta nell’attuale finanziaria), dalla riforma del Fisco fino alla Devoluzione, dalla Bossi-Fini in tema di immigrazione (che effetti repressivi ha avuto ma che si potrebbe migliorare), fino alle riforme della Sanità, della Giustizia, alla legge Obiettivo, nonché a tutte quelle ancora in cantiere come quella del Diritto della famiglia.
A tutte queste si aggiunge la Riforma della legge elettorale che presenta delle novità apprezzabili come lo spingere i piccoli partiti a coalizzarsi e fondersi in partiti più grandi, per evitare di non passare gli sbarramenti che diventano più bassi se si entra in una coalizione. Nella storia politica italiana la frammentazione eccessiva in piccoli partiti aveva creato l’ingovernabilità nella prima repubblica; come non ricordare quando si arrivò al paradosso di un partito, quello socialista, che al massimo aveva ottenuto il 13% dei voti, a ricoprire entrambe le più alte cariche disponibili: presidenza della repubblica (Pertini) e presidenza del consiglio (Craxi). Con l’attuale proposta si elimina questa eventualità, inaccettabile a mio parere, alla radice.
A tutto questo si aggiungono le grandi opere: il Ponte sullo Stretto che collegherà in tempo reale la Sicilia con il continente e ciò non potrà portare altro che benefici all’economia del sud; l’ammodernamento della rete autostradale (variante di valico, raccordo Bolognese e passante di Mestre), le grandi linee di collegamento europee (in questi giorni assistiamo alle proteste sul tratto Lione-Torino).
Dimenticherò qualcosa in questo escursus delle riforme attuate o in via di attuazione; comunque il programma elettorale, futuro, della CdL è chiaro e limpido, ovvero continuare con la stagione delle riforme; riforme che sono state attuate in quasi 5 anni di governo e che prima non si erano fatte in 50 anni. Al contrario ben sappiamo quale è il programma di Prodi: cancellare tutte questa riforme, una ad una, cancellare il Ponte sullo stretto e riportare l’Italia nel buio medioevo. Dott. Aldo Rossi
Coordinatore Comunale di Forza Italia Rovato

"LEONE” - ELEZIONI REGIONALI 2005 - FI CRESCE A ROVATO

Forza Italia cresce a Rovato: questo è il risultato che è uscito dall’esame del voto delle regionali nel nostro Comune.
Delle due l’una: o Rovato ha premiato il Governo Berlusconi in controtendenza rispetto a tutto il resto del paese, Lombardia esclusa, oppure gli elettori di Rovato hanno voluto dare un segnale all’attuale amministrazione comunale rovatese, bocciandone l’operato.
Credo che siano valide entrambe le interpretazioni equamente: segnale di sostegno a Berlusconi ed a tutto il governo e bocciatura del sindaco Cottinelli e della sua giunta.
Forza Italia è passata dal 24% delle Elezioni Europee e Provinciali del 2004 all’attuale 26,93%, consolidando e rafforzando il ruolo di primo partito di Rovato.
Probabilmente è stato dato un segnale anche rispetto ad alcuni errori commessi dall’attuale giunta del Comune di Rovato: uno degli ultimi è stato quello di aprire uno sportello immigrati per sopperire alla chiusura di quello di Chiari.
L’argomento è ostico ed affrontarlo conduce l’oppositore al rischio di essere tacciato di essere discriminante verso coloro che italiani non sono. Credo che vi siano delle motivazioni serie in materia di sicurezza, di vivibilità, di colonizzazione al contrario che dobbiamo affrontare. Non possiamo continuamente evitare di affrontare questi problemi per non discriminare gli extracomunitari ed al contempo evitare di difendere i diritti dei cittadini italiani.
Il Comune di Brescia ha discriminato al contrario nel recente natale 2004: nelle scuole ha invitato a non fare il “presepio” per non offendere i cittadini delle altre religioni. Questa sembra essere la regola generale: non offendere e reprimere fino ad annullarle le nostre tradizioni, le nostre culture.
Dopo aver assistito alla colonizzazione di locali pubblici, di esercizi commerciali, alla proliferazione dei call center, ai mini market al limite delle norme igieniche, aspettiamo solo che la giunta cambi nome alla Piazza Cavour: Piazza Tienanmen potrebbe essere di buon auspicio verso i nuovi colonizzatori.


Dott. Aldo Rossi - Coordinatore Comunale Forza Italia Rovato

LEONE: Bilancio 2003: un anno di rinvii.

10 febbraio 2004
L’anno 2003 è stato caratterizzato dal rinvio, ai futuri esercizi, di tutto quanto era stato programmato nel 2002. Addirittura si è rinviato al 2004 l’approvazione del Bilancio di Previsione 2004 facendo ricorso all’Esercizio Provvisorio.
L’aver fatto ricorso all’esercizio provvisorio, nel consiglio comunale del 22 dicembre 2003, è cosa assai discutibile. Il Decreto, di proroga, del Ministero dell’Interno è del 23/12/2003, pubblicato sulla gazzetta ufficiale n. 302 del 31.12.2003. La norma (art. 163 del TUEL) prevedeva il ricorso all’esercizio provvisorio solamente in casi eccezionali.
Fortunatamente, per il comune di Rovato, gli Enti Locali hanno avuto la proroga fino a tutto Marzo 2004 per porvi rimedio, anche se oramai, per il nostro Comune, la “fedina penale” non è più immacolata.
Ciò che è stato sottovalutato è stata la presenza di un errore nel Bilancio, errore che avviene nel momento in cui l’amministrazione ricorre ai super dirigenti (“super”, probabilmente, con riferimento al costo sostenuto dai rovatesi per il loro mantenimento).
Questo fatto è stato ignorato dalle testate giornalistiche locali, le quali, anzi, altro non hanno fatto che mettere in risalto ciò che l’Amministrazione Comunale ha intenzione di fare nel prossimo futuro ripetendo quanto già avevano sbandierato esattamente 12 mesi orsono.
Si è parlato del progetto della nuova Biblioteca, del nuovo parcheggio da realizzarsi tra via Lombardia e via Poffe, del ritorno del mercato nel centro storico, e altro ancora.
In merito a questi problemi (e altri come il Depuratore Consortile, la vecchia discarica vicina al cimitero) potrebbe essere interessante far ricorso alle assemblee pubbliche ed alle conferenze dei CapiGruppo, anche se “ovviamente” non sono temi che interessano la prossima campagna elettorale provinciale, come il problema della Cava.

Dott. Aldo Rossi - Coordinatore Comunale Forza Italia Rovato

LEONE: Viabilità e parcheggi a Rovato

15 novembre 2003
Come abbiamo già ricordato l’amministrazione Cottinelli ha rinviato il progetto di sistemazione dei parcheggi nei pressi della stazione ferroviaria, stralciando dal bilancio l’intervento di spesa programmato.
Nei giorni successivi l’amministrazione è intervenuta cercando di sistemare alla meglio (!) il problema nella zona interessata in questo modo: senso unico del tratto di via Lombardia che va da via Poffe fino alla Stazione e creazione di parcheggi a lisca di pesce.
Risultato: i parcheggi non sono sufficienti, come prima, e la viabilità è peggiorata. Chi si trova nei pressi della stazione e deve raggiungere il centro di Rovato o la Statale 11 non ha che la scelta obbligata di percorrere via Cesare Battisti. Via Cesare Battisti presenta lunghissime code, che la piccola rotonda del crocevia, che interseca la statale 11, contribuisce ad alimentare, così come la chiusura della via per il taglio delle piante in questi giorni di dicembre
Chiediamo all’Amministrazione di provvedere urgentemente, prima di Natale, a trovare una soluzione.
Altro problema che non finisce di indispettire i cittadini del centro di Rovato sono i gratta e vinci! Scusate, volevo dire i gratta e parcheggia. I biglietti non si trovano e vi è scarsa informazione. Che ne dite di eliminare questo esperimento definitivamente e di restaurare i dischi orario! Tanto ai fini dell’introito alle casse comunali la gestione dei gratta e parcheggia è assolutamente deficitaria.
Tutti questi problemi di viabilità e parcheggio sono accompagnati da una minor presenza dei vigili nelle strade. Scelta politica discutibile ovviamente.
Un’ultima considerazione. L’amministrazione si è certo segnalata per l’organizzazione di molti eventi culturali e sportivi che effettivamente mancavano a Rovato; tali eventi sono solitamente una ciliegina sulla torta della “buona ordinaria amministrazione”. Ciò che manca è la torta dell’ordinaria amministrazione.


Dott. Aldo Rossi - Coordinatore Comunale Forza Italia Rovato

LEONE: DAL CONSIGLIO COMUNALE

ottobre 2003
Dal momento che i principali quotidiani bresciani disertano sistematicamente i Consigli Comunali di Rovato, cerchiamo di illustrare quanto è accaduto nella serata di lunedì 29 settembre.
Le variazioni di bilancio denotano uno stralcio di molti progetti che erano stati presentati ad inizio anno come qualificanti per l’attività amministrativa della giunta Cottinelli. L’amministrazione ha rinviato il progetto di sistemazione dei parcheggi nei pressi della stazione ferroviaria dopo che anche nel periodico “Il Leone” di Giugno aveva dichiarato che sarebbe intervenuta celermente per risolvere il disagio dei pendolari che non trovano mai il parcheggio e che spesso, al contrario, trovano la contravvenzione. Stesso rinvio è stato deciso per la messa a norma degli edifici pubblici, che significa in parole povere che gli alunni dovranno coesistere con impianti elettrici e idraulici fatiscenti e pericolosi; stessa sorte è toccata alla sistemazione della Piazza Cavour, della Biblioteca, all’ampliamento e ristrutturazione dei cimiteri e un ridimensionamento è toccato pure alla manutenzione di strade e marciapiedi! Il parere della Casa delle Libertà è che tutto ciò sia un sintomo di peggioramento dell’azione amministrativa: ovviamente la maggioranza non è d’accordo sul giudizio.
Altro momento qualificante della serata è stata la mozione riguardante il futuro di Cogeme. Domanda semplice: Si impegna il Sindaco a non cedere le quote di Cogeme del comune di Rovato, in particolar modo all’ASM? Imbarazzo evidente mascherato col tentativo di spostare l’attenzione sui massimi sistemi economici del libero mercato, dicendo e non dicendo, quando è evidente che sarebbe bastato affermare almeno l’intenzione di difendere il più possibile la Cogeme dall’attacco concorrenziale sferrato dai giganti del settore (AEM Milano, ASM Brescia). Si preparino, i dipendenti Cogeme, ad un ridimensionamento di personale, perché il loro datore di lavoro potrebbe trasformarsi nell’ufficio periferico dell’ASM.

Battista Piva – Presidente Alleanza Nazionale Rovato
Dott. Aldo Rossi - Coordinatore Forza Italia Rovato

"LEONE” - 1° anno Cottinelli - 2^ PUNTATA

settembre 2003
Vi è mai capitato nei pomeriggi o sere d’estate di passare in centro a piedi?
Beh, se non siete un gruppo di baldi giovanotti vi assicuro che c’è da avere paura. Recatevi nella piazzetta delle “Contessine” o nel parco vicino (Aldo Moro), oppure fate un giro in Piazza Garibaldi, o provate a sedervi su una panchina su per la salita verso la chiesa, o avventuratevi sugli spalti se avete coraggio. E’ vero che dobbiamo accettare gli immigrati; è vero che sono una risorsa così come noi italiani lo siamo stati per gli USA, l’Argentina o la stessa Svizzera; ma è nostra opinione che:
1°- verso gli immigrati irregolari bisogna essere intransigenti;
2°- le nostre leggi vanno rispettate, quindi niente spaccio di droga e risse e niente intimidazioni e i delinquenti tornino a casa loro, non vengano a fare i “padroni” nel nostro Paese.
Vi siete mai chiesti come si guadagnino da vivere quelli che passano tutto il giorno al parco o al bar?
Questa amministrazione troppo permissiva e accogliente, sta purtroppo dando corda a questi comportamenti, ad esempio facendo scomparire i vigili dalle strade e finanziando con i nostri soldi (€. 15.000) lo sportello per gli stranieri. Ben venga lo sportello per gli stranieri: ma si realizzino anche quelli per gli anziani, per gli handicappati e per i disabili! Categorie che abbisognano di maggior aiuto davanti ad una burocrazia spesso incomprensibile e sorda.
Continuando di questo passo Rovato potrebbe diventare come quei paesi in direzione di Brescia (Ospitaletto e Castegnato) che si possono affrontare, alla sera, solo se in auto non vi sono bambini, tanta è l’indecenza manifestata e purtroppo tollerata.
Noi chiediamo al sindaco di Rovato di fare oggi qualche intervento per fermare quest’invasione in modo da consentire a tutti di circolare nel proprio Paese anche dopo cena, magari per un gelato con la famiglia…
e magari senza scorta armata.
Dott. Aldo Rossi
Coordinatore Forza Italia Rovato

"LEONE” - 1° anno Cottinelli

maggio 2003
A causa dell’esiguo spazio abbiamo deciso di procedere a puntate:
Iniziamo questa valutazione trattando la problematica inerente le Frazioni di Rovato.
A distanza di un anno l’attuale Amministrazione non ha dato segno tangibile di un concreto impegno volto a risolvere il disagio dei rovatesi che risiedono e svolgono la propria attività lavorativa nelle Frazioni.
Non esistono nuovi progetti di un certo rilievo e le opere in corso sono frutto della precedente amministrazione.
Il piano di asfaltatura che è stato più volte annunciato non è ancora partito. Se i ritardi dovessero rimanere cronici la semplice passeggiata in bicicletta potrebbe trasformarsi in una Parigi-Dakar. Tralasciamo poi i danni arrecati alle auto costrette anch’esse a cimentarsi in tali percorsi accidentati.
Inoltre, come più volte segnalato in Consiglio Comunale, i residenti richiedono a gran voce molta attenzione ed il massimo impegno in merito al problema della sicurezza e del controllo del territorio.
Le strade di campagna sono sempre più infestate da loschi individui che, indisturbati, possono tranquillamente occuparsi dello spaccio di sostanze stupefacenti.
Si potrebbe procedere con un maggiore e più attento pattugliamento delle strade più periferiche di Rovato. Il rafforzamento della presenza delle unità di polizia municipale, in coordinamento con le forze del Comando dei Carabinieri locali, sarebbe un’azione deterrente contro i commerci illegali dello spaccio di droga, quanto meno sufficiente a rendere insicuro per i criminali questo territorio.
L’illuminazione delle periferie rovatesi, in particolar modo degli incroci pericolosi è un altro problema che va inserito nell’agenda comunale. Infatti le strade delle frazioni hanno avuto un incremento di traffico notevole dovuto alle tangenziali per Coccaglio-Chiari e alla nuova SS 11. Un altro motivo, questo, per rivedere il piano di asfaltatura in ordine al modificarsi del traffico, su gomma, sul territorio di Rovato.


Gruppo Consiliare Casa delle Libertà

DEPURATORE CONSORTILE (LEONE ROVATO)

Rovato, aprile 2003
Accogliamo con favore l’iniziativa di ripresentare un foglio istituzionale nel Comune di Rovato, riservandoci ovviamente di verificarne i contenuti e gli scopi, e lo facciamo con un saluto alla cittadinanza e con una prima piccola dose di critica costruttiva per l’amministrazione comunale.

Innanzitutto la decisione di realizzare il Depuratore consortile, in località Sant’Andrea a Rovato, con una potenzialità di circa 250 mc/giorno di acque reflue che giungeranno dalle fognature di ROVATO, CAZZAGO S.M. , PADERNO FRANCIACORTA, PASSIRANO, PROVAGLIO D’ISEO, ERBUSCO, COLOGNE e COCCAGLIO è assurda.
Una Giunta che dovrebbe per storia culturale essere sensibile alla tutela dell’ambiente ha omesso di verificare l’effettivo Impatto Ambientale utilizzando alcuni dati tecnici riguardanti le profondità delle falde acquifere. Tali dati conclusivi fanno emergere un quadro poco rassicurante per la salute, in relazione alla realizzazione di questo progetto; ci si chiede come mai questi stessi dati erano considerati pessimi e preoccupanti in relazione al progetto del termoutilizzatore. Non ci pare poi di ricordare che tra le varie promesse fatte in campagna elettorale dalla lista civica del “trenino” vi fosse questo “omaggio” per gli abitanti di Sant’Andrea, che sicuramente non mancheranno di far sentire la loro voce.
Ricordiamoci che questi metodi di gestione della cosa pubblica erano stati ferocemente criticati alla Giunta Manenti. Avremmo sperato un minimo di coerenza.

In materia di parcheggi dobbiamo ancora una volta affrontare il problema del “gratta e vinci”: ha solo causato lamentele infinite; coloro che, non essendo rovatesi, si trovano per la prima volta a parcheggiare nel territorio di Rovato sono destinati alla contravvenzione sicura … e non crediamo che torneranno in seguito a fare shopping nel nostro Comune.

Chiediamo poi a gran voce al signor Sindaco e all’assessore dei Servizi Sociali Marchi che venga rinnovato il tradizionale Pranzo degli Anziani che ha avuto sempre più successo negli ultimi anni ed un riscontro entusiastico. Questi (l’ultima volta erano 700) si sono sentiti parte effettiva ed importante della comunità rovatese. Sarebbe un grave errore negargli questo momento di festa e di ringraziamento per tutto quello che hanno fatto per noi.

Gruppo Consiliare Casa delle Libertà