sabato 23 gennaio 2016

Conto termico, ecco la nuova versione. In arrivo il decreto del Mise che punta a semplificare l'incentivo

 

Il nuovo conto termico" è pronto a partire. Approvato mercoledì scorso in Conferenza unificata, dopo aver accolto in parte le ultime proposte di revisione avanzate dall'Anci e dalle Regioni, il decreto attuativo del Mise attende ora solo d'esser pubblicato in Gazzetta Ufficiale per entrare in vigore. Il provvedimento va ad aggiornare «la disciplina per l'incentivazione di interventi di piccole dimensioni per l'incremento dell'efficienza energetica e per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili secondo principi di semplificazione, efficacia, diversificazione e innovazione tecnologica». Risultato raggiunto al termine di una "gestazione" piuttosto lunga, visto che le modifiche al sistema (nato con il Dm 28 dicembre 2012) erano state previste dallo Sblocca Italia (legge 164/14) e avrebbero dovuto - in linea di principio - esser adottate entro il 31 dicembre 2014.

Un incentivo poco utilizzato 
Con questo decreto si cerca dunque di rilanciare un meccanismo incentivante che mette a disposizione 900 milioni di euro annui (700 per i privati e 200 per le pubbliche amministrazioni), ma che allo stato dei fatti si dimostra largamente sottoutilizzato: schiacciato sia dalle complessità procedurali, sia dall'agguerrita concorrenza delle detrazioni fiscali (al 50 e 65%). Basti pensare che l'ultima rilevazione del Gse (Gestore dei servizi energetici, cui è affidato il sistema) evidenzia al 1° gennaio 2016 un totale di incentivi impegnati pari a 56,4 milioni di euro: 45,6 milioni riconducibili ai privati e e 10,8 milioni alla Pa. Insomma, poco più del 5% delle risorse disponibili. 
Da qui la necessità - come riporta il nuovo Dm - di «assicurare coerenza al sistema» e di «rivedere, ampliare e razionalizzare il perimetro degli interventi (...), in modo da creare uno strumento di maggiore efficacia per gli interventi di produzione di energia termica rinnovabile, nonché per gli interventi di efficienza energetica negli edifici della pubblica amministrazione». Per quest'ultima - che non può avvalersi delle detrazioni fiscali - risulta d'altra parte complicato accedere anche al sistema dei certificati bianchi. 

Le attuali regole del conto termico 
Le attuali regole prevedono che i privati (persone fisiche, condomini, titolari di reddito di impresa o agrario) possano accedere agli incentivi del conto termico per sostituire impianti di climatizzazione invernale esistenti con altri dotati di pompe di calore, elettriche o a gas, o di generatori alimentati a biomassa; installare collettori solari termici, anche abbinati a sistemi di solar cooling; sostituire scaldacqua elettrici con quelli a pompa di calore. Mentre le amministrazioni pubbliche godono di un ventaglio di opzioni più esteso, che include anche la sostituzione di finestre e infissi, degli impianti di riscaldamento con caldaie a condensazione, l'isolamento termico ("cappotto"), l'installazione di schermature solari. 
L'incentivo - da richiedere sul sito Gse (Portaltermico) - viene erogato dal Gestore con un contributo su conto corrente in rate uguali per 2 o 5 anni, in base al tipo di intervento (2 anni per le taglie domestiche). E i rimborsi, che dipendono dall'efficienza dell'intervento, sono nell'ordine del 40% dei costi sostenuti; anche se in alcuni casi possono rivelarsi più bassi: come per gli impianti di riscaldamento dove la percentuale dipende dalle spese di installazione e dalla prestazione (taglia, zona climatica). Per la sostituzione degli scaldacqua con quelli a pompa di calore la percentuale di rientro del 40% è fissa (con un tetto massimo di 700 euro); per i collettori solari, è invece calcolata sulla base della superficie captante del pannello stesso, secondo una specifica tabella. 

Le modifiche in arrivo 
Le principali modifiche in arrivo riguardano la Pa, per la quale il "conto termico 2.0" aggiunge tre nuovi interventi: trasformazione in "edifici a energia quasi zero" (Nzeb); sostituzione dei sistemi per l'illuminazione con dispositivi efficienti; installazione di tecnologie di gestione e controllo degli impianti termici ed elettrici degli edifici (building automation), inclusi sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore. Vengono poi semplificate le modalità di prenotazione dell'incentivo da parte delle amministrazioni, e la platea dei beneficiari allargata a cooperative sociali e società di patrimonio pubblico. Inoltre, il contributo sale al 50% per le opere di isolamento termico nelle zone climatiche E/F e al 55% se accompagnato dall'installazione di nuovi impianti di climatizzazione; arriva invece al 65% per la trasformazione in edifici Nzeb e la sostituzione dei sistemi illuminanti.
Ma ci sono novità che toccano anche i privati. Innanzitutto la possibilità di consultare sul sito del Gse (entro 90 giorni dall'entrata in vigore del Dm) un catalogo di prodotti, ad uso domestico, con requisiti tecnici idonei all'incentivazione: apparecchi con potenza termica fino a 35kW o superficie (collettori solari) fino a 50mq, che sarà possibile selezionare direttamente, senza dover riportare i dati nella scheda-domanda e riducendo i tempi di presentazione e valutazione delle richieste. Per attestare le spese sostenute (finora certificate con fattura e bonifico bancario o postale) saranno ammesse anche modalità di pagamento online e tramite carta di credito; i termini per l'erogazione del contributo, dalla conclusione della procedura, vengono dimezzati e passano da 180 a 90 giorni; mentre viene elevata la soglia affinché l'incentivo possa essere erogato in un'unica annualità (al posto di due): l'ammontare totale non dovrà superare i 5mila euro, contro l'attuale limite di 600 euro. 

Resta il "duello" con le detrazioni 
Dopo l'entrata in vigore del decreto, il Gse dovrà predisporre una modulistica semplificata per la presentazione delle domande. Le "difficili" procedure di accesso hanno infatti contribuito a rallentare la diffusione del conto termico (e il decreto si propone, appunto, di snellire l'iter). Per i privati restano però sul tavolo tutti i nodi del confronto con i bonus fiscali, sopratutto quello per la riqualificazione energetica, che copre le stesse tipologie di intervento. È vero, il conto termico non offre una detrazione dalle imposte, ma un contributo diretto. Non va a pesare la capienza fiscale del contribuente (con il rischio di perdere le somme che eccedono l'imposta), riduce i tempi di rimborso (due anni contro i dieci in cui si spalma la detrazione) e coinvolge una platea più ampia di destinatari, concedendo pratici vantaggi in termini di tempi di ritorno degli investimenti. Ma soffre il maxi-sconto al 65% offerto dal bonus Irpef, che l'ultima legge di Stabilità ha confermato per tutto il 2016.