giovedì 26 novembre 2015

730 precompilato, troppe complicazioni per l'invio delle spese sanitarie

Nel corso di un’audizione parlamentare, i commercialisti chiedono maggiori tutele per medici e intermediari abilitati

Giovedì, 26 novembre 2015

Circa tre settimane dopo l’ultima audizione, i rappresentanti dei commercialisti tornano dinanzi alla Commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe tributaria. Tema centrale dell’audizione tenutasi ieri mattina ancora una volta il 730 precompilato, con particolare riferimento alle modalità di invio, da parte di medici, odontoiatri e strutture sanitarie, delle spese mediche detraibili o deducibili che, dal prossimo anno, dovranno essere integrate in dichiarazione.

Un’operazione che, inevitabilmente, produrrà “costi e complicazioni” che, ad oggi, sembrerebbero essere per lo più “scaricati sui cittadini-contribuenti e, indirettamente, sui professionisti che li assistono”. Questa la denuncia del presidente del CNDCEC, Gerardo Longobardi, il cui riferimento è, innanzitutto, al rispetto degli obblighi imposti dal garante della privacy in materia di trattamento dei dati da trasmettere al Sistema Tessera Sanitaria. A questo proposito, infatti, è previsto che, una volta inviato il “contenitore” dei dati, quest’ultimo debba essere distrutto.

Ad oggi, però, ha ricordato Longobardi (accompagnato nell’occasione da Roberto Cunsolo e Luigi Mandolesi, rispettivamente Tesoriere e Consigliere con delega alla fiscalità del CNDCEC), “la ricevuta di invio non specifica i codici fiscali dei contribuenti per i quali si è provveduto alla trasmissione telematica dei dati”. Di conseguenza, il medico (o il professionista che lo assiste) “non ha la possibilità di verificare la correttezza del proprio operato”.
Per questo, i commercialisti chiedono di poter “conservare il contenitore” almeno fino a quando l’Agenzia avrà la possibilità di controllare quei dati o, in alternativa, di ottenere una sorta di “scontrino”, una certificazione che possa “dimostrare di aver effettuato l’invio nel modo giusto”.

Quella che partirà dal prossimo anno, infatti, è un’operazione del tutto nuova ed è lecito pensare che possa produrre più di una difficoltà. Pensiamo, ad esempio, a tutte quelle strutture che hanno registrato in contabilità l’importo totale della prestazione offerta al cliente e che ora, dovendo distinguere le spese sanitarie da quelle non sanitarie, saranno costrette a “ricontrollare ed, eventualmente, reimmettere tutti i dati relativi a ricevute di pagamento, scontrini fiscali e fatture emesse”. Poi ci sono i medici che si sono avvalsi della contabilità semplificata, che saranno tenuti a “rielaborare con i nuovi criteri tutte le fatture emesse dal 1° gennaio 2015”, inserendo quei dati indispensabili ai fini della detraibilità della spesa.

Ecco perché, come fatto nel corso dell’audizione di inizio novembre (si veda “Da spostare il termine per l’invio della Certificazione Unica” del 5 novembre), i commercialisti tornano a chiedere, per il primo anno di applicazione della disciplina, una sospensione, o quanto meno una mitigazione, del regime sanzionatorio, che prevede l’irrogazione di una sanzione di 100 euro per ogni omessa, tardiva o errata trasmissione dei dati.

In più, bisognerebbe semplificare le modalità di accreditamento dei professionisti incaricati di effettuare l’adempimento per conto di medici e strutture sanitarie. Ad oggi, il meccanismo prevede che sia il medico (o la struttura sanitaria) a comunicare al sistema il conferimento della delega. “A tale meccanismo – ha sottolineato Longobardi – dovrebbe aggiungersi quello attualmente previsto per operare sul Cassetto fiscale implementato sul sistema ENTRATEL”.
In questo modo, si permetterebbe al professionista delegato di “effettuare egli stesso l’accreditamento per il delegante” che, a quel punto, dovrebbe solo comunicare al primo i codici di autorizzazione ricevuti tramite lettera.

Insomma, l’esigenza di fondo rimane quella di “semplificare per davvero” e tutelare tutti quei professionisti che si troveranno alle prese con i dati che dovranno confluire nel 730 precompilato. In questo senso, i commercialisti chiedono la repentina elaborazione di un software gratuito che agevoli la trasmissione dei suddetti dati e garantisca “l’omogeneità e l’interoperabilità con gli altri applicativi utilizzati per le comunicazioni alle Entrate”.

Senza dimenticare il regime di responsabilità che, soprattutto per gli intermediari abilitati, rimane un nervo scoperto. Sotto questo aspetto, conclude Longobardi, “ci siamo impegnati nei confronti dei nostri colleghi a sollevare l’eccezione di costituzionalità della norma”. È vero, ci sono stati dei “vantaggi, su tutti quello dell’assicurabilità, ancorché a fronte di un costo più alto, ma su questo aspetto non possiamo arretrare. La