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martedì 30 novembre 2021
Fotografia Digitale
sabato 9 ottobre 2021
FISCALITÀ
sabato 24 luglio 2021
Prorogatio extrema
Il Direttore delle entrate dice in un'intervista al Corriere della Sera (20/6/21) «Il Fisco deve essere equo ed efficiente» e aggiunge «Come AdE ci limitiamo a mettere a disposizione delle istituzioni la nostra esperienza pratica, affinché qualunque scelta il legislatore intenda adottare, possa avere una sua concreta e semplice applicazione e non rimanere solo sulla carta». Poi, il 25/6 , firma e pubblica una circolare di 539 pagine sulle dichiarazioni in scadenza 5 giorni dopo (salvo proroghe).
Questi due fatti spiegano molto bene il motivo per cui, così come è, il fisco non funziona e non potrà mai funzionare. E, forse, anche lo Stato.
Nel 2017 (molto prima del Covid) avevo scritto: Siamo arrivati al paradosso. La proroga retroattiva e tardiva, peraltro non richiesta. Retroattiva: la scadenza del 30/6 è stata prorogata con un Comunicato del 20/7 . Tardiva: la proroga è arrivata alle 15.50 del 20/7, e la nuova scadenza è… il 20/7 (8 comode ore di proroga). Non richiesta perché da mesi chiediamo la proroga dello spesometro e incassiamo questo obbrobrio. Dobbiamo riflettere. In un momento in cui il Consiglio Nazionale sta tentando uno sforzo immane per ridare prestigio ad una professione sempre più deteriorata, il nostro Ministero di riferimento, il MEF (acronimo di "Me nE Frego") ci sbeffeggia con questa immane e legalmente discutibile porcheria.
Io sono sempre stato contrario alle proroghe, che mortificano il nostro lavoro e non sono mai basate su incompetenze nostre ma di chi emana Leggi, regolamenti e circolari e software, che non danno certezza al nostro lavoro ed hanno spesso strascichi ancora più dolorosi (a chi non è capitata la sanzione INPS che non era stata prorogata, a detta dell'INPS?). Proroghe che siamo noi a supplicare al Ministero per loro esclusive colpe. Molti colleghi ritengono che le proroghe servano (certo che servono), io ritengo servano certezze delle norme, delle istruzioni, dei software e non proroghe.
E quindi? direte Voi. Quindi niente, sono passati 4 anni, tre Governi, alcuni Direttori, una pandemia mondiale, lock-down e DPCM, ma nulla è cambiato.
Alla fine, dopo 4 anni e mezzo, sono passato anche io, che ho dato voce alle nostre giuste rimostranze da una posizione più alta di prima, tentando di farlo in maniera pacata ed educata, magari ironica ma mai irrispettosa delle nostre istituzioni. Fra pochi mesi sarò fuori dall'istituzione e tornerò a far parte di quel gruppo di meravigliosi sognatori che tentano di far navigare con professionalità e diligenza i propri clienti in questo mare di grandissima incompetenza, uno di quelli che si commuovono stupidamente quando vedono lo spot "utili al paese" perché, in fondo, ci credo veramente, uno di quelli che non si stancherà mai di dire che quello che vogliamo, alla fine, è solo un po' di rispetto.
Dott. Aldo Rossi
venerdì 23 luglio 2021
Elimina l'umidita' per sempre
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sabato 3 luglio 2021
in Italia Pmi pagano più tasse delle multinazionali del web
Due anni fa, infatti, l'aggregato delle Big del Web ha registrato un giro d'affari di 7,8 miliardi di euro nel nostro Paese, ma al Fisco italiano hanno versato solo 154 milioni di euro. Nello stesso anno, invece, il popolo delle partite IVA ha generato un fatturato di 814,2 miliardi e pagato 21,4 miliardi di euro di imposte, un importo di circa 140 volte superiore al gettito versato dalle multinazionali del web.
"E' evidente che, ormai, ci troviamo di fronte a uno squilibrio del prelievo fiscale tra le piccole e le grandi imprese tecnologiche che la pandemia ha ulteriormente accentuato", afferma la CGIA, aggiungendo "se ai primi il peso delle tasse continua a rimanere modesto, ai secondi il carico fiscale ha raggiunto livelli non più sopportabili, che nemmeno le misure anti Covid, approvate fino adesso, hanno contribuito ad alleviare"
Dott. Aldo Rossi
AIUTI DI STATO E I CONTRIBUTI PUBBLICI RICEVUTI NELL'ESERCIZIO DELL'ATTIVITÀ DI IMPRESA NEL CORSO DELL'ANNO 2020
Gli aiuti di Stato e i contributi pubblici ricevuti nell’esercizio dell’attività di impresa nel corso dell’anno 2020 sono oggetto di pubblicazione nel “Registro nazionale degli aiuti di Stato”, cui si rimanda per le informazioni dettagliate
mercoledì 30 giugno 2021
Il nuovo “Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (Riforma Rordorf)”
Il nuovo "Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza (Riforma Rordorf)" pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 febbraio 2019 cambia significativamente la normativa fallimentare, introducendo il concetto di liquidazione giudizialeal posto del fallimento, ma soprattutto prevedendo procedure di allerta e di composizione assistita della crisi. L'obiettivo della razionalizzazione della legge fallimentare nasce dalla volontà di semplificare le procedure e anticipare il più possibile l'emersione dell'eventuale crisi per intervenire tempestivamente con le dovute misure correttive responsabilizzando amministratori ed organi di controllo. In particolare, la nuova disciplina prevede procedure di allerta e di prevenzione obbligatorie che spingono le aziende a dotarsi di sistemi per il monitoraggio continuo dei parametri patrimoniali, economici e finanziari, oltre che di sistemi di allerta per segnalare anticipatamente eventuali situazioni di deterioramento aziendale.
La riforma del diritto fallimentare, in particolare, impone a:
- Imprenditori e organi di amministrazione di dotarsi di strumenti di allerta interna in grado di far emergere tempestivamente eventuali sintomi di crisi. Per gli amministratori che non segnalano tempestivamente è prevista la responsabilità personale dei crediti sociali in caso di liquidazione a partire dal 1 settembre 2021.
- Organi di controllo e vigilanza (collegio sindacale e revisori) di verificare che il consiglio d'amministrazione si sia dotato di un sistema di allerta interno e che venga utilizzato in maniera costante per monitorare la salute aziendale. L'organo di controllo ha anche il compito di attivare tempestivamente la procedura di allerta quando non lo abbiamo fatto imprenditore o amministratori in caso di fondati indizi di crisi, prima nei confronti del consiglio di amministrazione e, nel caso di inerzia di quest'ultimo, dell'OCRI (Organismo di Composizione della Crisi d'Impresa). Per sindaci e revisori che non segnalano tempestivamente è prevista la responsabilità personale dei crediti sociali in caso di liquidazione.
Tra le misure volte alla diagnosi precoce dello stato di difficoltà delle imprese, il titolo II del decreto annovera le procedure di allerta e di composizione assistita della crisi (artt. 12-25) "finalizzate ad incentivare l'emersione anticipata della crisi e ad agevolare lo svolgimento di trattative tra debitore e creditori" mediante l'affidamento all'OCRI, Organismo di Composizione della Crisi, di carattere non giurisdizionale e dotato di adeguata professionalità, costituito presso ciascuna Camera di Commercio. Tale procedura può essere attivata, sussistendo una serie di indicatori di crisi (squilibri di carattere reddituale, patrimoniale o finanziario rapportati alle specifiche caratteristiche dell'impresa e dell'attività svolta dal debitore) su istanza/segnalazione: (a) del debitore direttamente; (b) degli organi di controllo societari; (c) dei creditori pubblici qualificati (Agenzia delle entrate, INPS e agente della riscossione).
La procedura di composizione assistita della crisi dovrà concludersi entro 6 mesi dal suo avvio; nell'eventualità in cui la stessa risulti infruttuosa, farà seguito la procedura di liquidazione giudiziale avviata dal PM, nel caso in cui ravvisi lo stato di insolvenza. Entro 15 giorni dalla ricezione della segnalazione o dell'istanza, l'OCRI convoca dinanzi al collegio nominato il debitore e gli organi di controllo societari, se esistenti, per una audizione in via riservata e confidenziale, allo scopo di evitare il diffondersi di allarmismi che potrebbero pregiudicare l'immagine commerciale dell'impresa e la sua possibilità di accedere ulteriormente al credito. Conclusa l'audizione, il collegio deve valutare, sulla base dei dati raccolti, se siano emersi o meno fondati indizi di crisi. Il collegio dispone l'archiviazione delle segnalazioni ricevute se: (i) ritiene che non sussista la situazione di crisi; (ii) qualora l'organo di controllo societario o un professionista indipendente accerti l'esistenza di crediti di imposta o di altri crediti verso pubbliche amministrazioni per i quali siano decorsi 90 giorni dalla messa in mora, per un ammontare complessivo che, portato in compensazione con i debiti, determina il mancato superamento delle soglie che hanno determinato la segnalazione. Se invece, i dati acquisiti confermano la sussistenza di una crisi, il collegio individua con il debitore le misure idonee al suo superamento fissando un termine entro il quale l'imprenditore deve riferire in merito alla relativa attuazione.
La responsabilità limitata, tipica di alcune forme societarie, non è più sufficiente a proteggere il patrimonio personale dell'imprenditore.
Soci amministratori di società, sindaci e revisori che non si doteranno della struttura idonea a ravvisare l'arrivo della crisi e che non comunicheranno tempestivamente il suo manifestarsi all'OCRI potranno essere chiamati a rispondere con il proprio patrimonio personale, ovvero la propria abitazione, i propri investimenti finanziari dei debiti della società, indipendentemente dalla sua forma. Insomma la responsabilità limitata tipica delle srl e delle spa non è più in grado di salvaguardare il loro patrimonio personale.
Serve dunque la creazione di progetti di protezione preventiva del patrimonio dai nuovi rischi introdotti con gli articoli 2086, 2475 e 2486 del cc.
lunedì 21 giugno 2021
Autentico comfort e familiarita'
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