giovedì 20 settembre 2007

Congresso Comunale Forza Italia

FORZA ITALIA – COORDINAMENTO COMUNALE DI ROVATO
Congresso Comunale Forza Italia di sabato 29 settembre 2007
Votazioni presso Foro Boario a Rovato dalle h. 10.30 alle 13.00
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Alla cortese attenzione
Iscritti Forza Italia Rovato

Care amiche, cari amici
con questa lettera intendo innanzitutto invitarVi al congresso comunale di Forza Italia di Rovato per eleggere il nuovo coordinatore comunale ed i componenti del prossimo direttivo locale, nonché i delegati provinciali che eleggeranno il prossimo coordinatore provinciale.
Sono stato eletto nel marzo 2003 e ora dopo 4 anni lascio l’incarico con rammarico in quanto i risultati delle ultime amministrative di quest’anno non hanno avuto l’esito sperato per una serie di motivazioni che ora argomenterò.
Nelle recenti elezioni amministrative del 27-28 maggio 2007 il sottoscritto ha coordinato il locale comitato comunale, affiancato all’ultimo momento, per volere del coordinatore provinciale, da Gianluigi Raineri al quale erano state assegnate le competenze relative alla gestione delle elezioni amministrative. Direi che non si è trattato di un atteggiamento democratico bensì di una arrogante intromissione esterna che ha portato ai risultati che tutti ben conosciamo.
Mi sono ribellato a tale comportamento in quanto non ritenevo e non ritengo corretto e democratico l’atteggiamento di un partito che mi lascia coordinare il comitato fin dal marzo 2003, giorno della mia nomina con regolare elezione, e poi, nel momento politico più importante, si lascia influenzare dai soliti “prepotenti” che intendono sovvertire il naturale ordine delle cose a loro vantaggio.
Mi sono ribellato ma poi come al solito, sbagliando lo ammetto, mi sono messo a lavorare per il bene del partito. Devo onestamente confessare che sono stato troppo arrendevole e che avrei fatto meglio a reagire a quella imposizione antidemocratica che maldestramente ho subito ed accettato.
Inutile ricordare che oggi, a elezioni perse, c’è chi predica che il comitato comunale è tutto da rifare ed azzerare e che bisogna rinnovare con volti nuovi. Peccato che coloro che predicano queste demagogiche verità siano gli stessi che hanno influenzato e determinato tutte le decisioni che hanno portato ad una ben determinata e precisa linea politica che il sottoscritto non ha mai condiviso ma solamente ed erroneamente subito.
Vi invito a cambiare veramente votando l’amico Renato Pasinetti come nuovo Coordinatore Comunale di Forza Italia e tutti i giovani candidati all’interno del direttivo.

Vi aspetto sabato 29 settembre 2007 dalle ore 10.00 alle ore 13.00 per cambiare con il vostro voto
Rovato, giovedì 20 settembre 2007
Aldo Massimo Rossi – Coordinatore Comunale FI Rovato

martedì 11 settembre 2007

La scelta della libertà - di Gianni Baget Bozzo

La nascita del Partito della Libertà ha distolto l'attenzione dal Partito Democratico e ha mostrato che Berlusconi può costruire un partito con un atto della volontà, mentre la nascita del Pd sembra un compito immane per riprodurre uno schieramento identico a quello che c'era prima. Ma il Partito della Libertà va considerato come una novità del linguaggio politico, perché i giornali e la televisione della Brambilla esprimono una contrapposizione radicale al contenuto ideologico e politico dell'attuale esecutivo. Il governo Prodi è stato culturalmente ricostituito attorno al ruolo politico della classe e ai sindacati delle tre confederazioni storiche come organo di essa. Ma la classe non è più una realtà: in un Paese delle piccole e medie industrie il lavoro dipendente si sente cointeressato alla propria azienda e al suo futuro. Il ceto medio è divenuto ora il cittadino medio e quindi il blocco che si è rivelato maggioritario nel Paese. Il peso della sinistra antagonista sta nel fatto che essa pone in evidenza la dimensione di classe, però è la cultura di tutto il governo a trarre la sua legittimità politica dal consenso dei sindacati. Ciò ha radicalizzato l'elettorato del centrodestra.

La Brambilla offre un modello linguistico che interpreta questa tensione, cui la grande stampa ha dato spazio indicando i politici come la «casta» degli intoccabili. La Brambilla interpreta un linguaggio che riprende in forma più ampia temi che erano stati finora propri della Lega. In questo senso, l'intuizione di Berlusconi di dare qualità politica al Partito della Libertà gli consente di indicare i fini della politica che egli si propone, cioè un blocco politico del cittadino medio contro un governo esercitato in nome della classe che non esiste più. E se si aggiunge al tema fiscale quello della crisi della legalità e della porta aperta, senza più vincolo, all'immigrazione extracomunitaria, si comprende che oggi nel Paese il problema dell'esistenza concreta fa aggio su quello della libertà e su quello stesso del federalismo fiscale. Il limite della Lega sta nel fare ancora di questo tema il centro della sua politica, quando è in corso una crisi globale dello Stato in cui esso non può garantire il diritto alla sicurezza, il fondamentale dei diritti. Il federalismo fiscale è una strada che non conduce da nessuna parte e che suppone uno Stato nazionale che oggi non c'è più.

Con l'operazione Brambilla, anche gli altri partiti della Casa delle Libertà hanno dovuto prendere atto che esisteva ormai una posizione socio-politica, quella del cittadino medio contro lo Stato impotente sul piano della legalità e pervasivo su quello della fiscalità. Casini ha abbandonato il concetto di centro e ha accettato di parlare un linguaggio radicale, come egli stesso ha detto: non a caso, si è avvicinato al problema della lotta contro il fisco. Ed egualmente Alemanno è stato spedito da Fini al vertice di Lorenzago. I due partiti alleati di Forza Italia, sia Udc che An, avevano sempre accentuato la loro funzione di mediazione tra il popolo di destra e le istituzioni, criticando il populismo della Lega.

Berlusconi ha compreso che la Casa delle Libertà è stata logorata dall'Udc e che il partito unico farebbe di Fini il centro dell'alleanza, perché solo Alleanza Nazionale è disposto a farlo. Così si appropria del partito unico nella forma del Partito delle Libertà, ma lo rende relativo a se stesso. Egli pensa alla lista che guiderà alle elezioni come una sintesi attorno ai diritti e alle esigenze dell'italiano medio contro il regime classista e fiscale imposto da questa maggioranza. In questo senso il proporzionale senza premio di maggioranza può costituire una opzione, tanto più che solo Berlusconi è colui che ha interpretato il cittadino medio legato al privato come fondamento di un blocco culturale, sociale e politico. E ha ottenuto anche il vantaggio di obbligare gli alleati a fare i conti con la realtà sociale e a non fare delle mediazioni con la sinistra il mezzo per ottenere da essa la legittimazione politica che li distinguerebbe da Forza Italia e da Berlusconi. Così Berlusconi farebbe della sua formazione l'esponente di una politica alternativa che risponde al bisogno di una parte consistente degli elettori. Ciò non toglie il valore della mediazione politica e quindi dell'acquisito istituzionale di Forza Italia.

Con l'iniziativa della Brambilla Berlusconi ha scombinato le carte del centrodestra e ha obbligato anche l'Udc e An a schierarsi al suo fianco nel conflitto istituzionale col governo della sinistra. Il governo Prodi ha radicalizzato l'opposizione in una misura che l'opposizione stessa non prevedeva.

Gianni Baget Bozzo