giovedì 17 marzo 2016

Più incentivi per la fatturazione elettronica tra privati

Il Governo potrebbe pensare a un decreto correttivo, introducendo nuovi meccanismi premiali ma non l’obbligatorietà

La diffusione della fatturazione elettronica tra privati, che verrà introdotta, in via facoltativa, a partire dal prossimo luglio, potrebbe essere spinta attraverso “una progressiva intensificazione degli incentivi premiali”, sempre in una logica di “minori adempimenti e riduzione dell’esposizione agli accertamenti” dell’Agenzia delle Entrate. Ad anticipare le possibili prossime mosse del Governo in materia di digitalizzazione e lotta all’evasione fiscale è il Viceministro all’Economia, Enrico Zanetti, intervenuto ieri a Roma ad un convegno organizzato da Assosoftware proprio sul tema della fatturazione elettronica “B2B”.

In quella sede, l’Associazione delle imprese fornitrici di sistemi informatici ha chiesto un “segnale più forte e deciso” per dare impulso alla fatturazione elettronica tra privati, nella convinzione che gli incentivi attualmente previsti non siano abbastanza per indurre imprese e professionisti a sfruttare questo canale di comunicazione. Su tale proposta, come detto, è arrivata l’apertura di Zanetti, il quale ha spiegato che il Governo ragionerà sulla possibilità di apportare delle modifiche all’attuale disciplina, una “manutenzione” che potrebbe portare anche ad un decreto correttivo della delega fiscale.

Il tutto, però, lasciando inalterata la “facoltatività” della fatturazione elettronica: “Sono assai poco propenso – ha aggiunto Zanetti – a logiche di obbligatorietà, non solo perché ci sono obiettivi problemi di inquadramento giuridico per l’Europa, ma proprio come forma mentis: dobbiamo convincere sempre più sulla base di strumenti adeguati e con logiche premiali e sempre meno ricorrere al vincolo dell’obbligatorietà, in un Paese in cui gli obblighi sono già molti”.

La sensazione, però, ha spiegato Rossella Orlandi, Direttrice dell’Agenzia delle Entrate, è che l’Europa stia andando proprio nella direzione dell’obbligatorietà (oggi lo è solo in Portogallo) anche tra privati, seppur in tempi non proprio brevi. Un passaggio del genere, ovviamente, consentirebbe di fare un passo in avanti notevole anche nella lotta all’evasione fiscale, perché permetterebbe “l’incrocio massivo dei dati” e, soprattutto, di “averli in tempo reale”, in modo tale da “fornire subito al contribuente le informazioni che lo conducono verso il corretto adempimento”.

Detto ciò, Orlandi riconosce che l’obbligatorietà della fatturazione elettronica tra privati potrebbe creare qualche problema, se si considera la conformazione del tessuto economico del Paese, formato da “tante piccole e piccolissime imprese”. Per questo, si potrebbe eventualmente pensare di renderla obbligatoria per le imprese più grandi, ma questa, sottolinea Orlandi, “è una scelta di politica economica”, che non spetta all’Agenzia.

Per i soggetti meno strutturati, invece, rimane l’esigenza di un “ruolo sussidiario” da parte dello Stato, attraverso la “fornitura di strumenti utili” che ne possano “accompagnare la crescita”. A proposito del programma informatico che le Entrate dovranno mettere a disposizione delle imprese a partire dal 1° luglio prossimo, Bonfiglio Mariotti, Presidente di Assosoftware, ha esposto le sue perplessità: “Attenzione – ha avvertito – che il sistema gratuito di generazione, invio e conservazione delle fatture non diventi una sorta di freno per quelle imprese che vogliono digitalizzarsi per davvero” (si veda, in proposito, anche “Assosoftware: «Un credito d’imposta per le imprese che si digitalizzano»” dell’11 marzo).

Ma il compito dello Stato, ha ricordato Zanetti, è quello di “dare gli strumenti di base affinché chiunque sia chiamato ad applicare le norme possa farlo senza dover ricorrere a dei fornitori”. Nulla più di questo, però, perché “ciò che è servizio aggiuntivo è giusto che venga sviluppato dal mercato”.

Un mercato che fa registrare numeri sempre crescenti di imprese che si affidano alla fatturazione elettronica. Nel solo mese di gennaio, i fornitori della Pubblica Amministrazione che utilizzano il sistema di interscambio sono passati da 650 mila a 700 mila. La completa digitalizzazione (la fatturazione elettronica è solo una parte del processo), invece, è stata realizzata solo da pochissime imprese (circa 70 mila) ma, ha sottolineato Roberto Cunsolo, Tesoriere del CNDCEC, si tratta di “un processo ineludibile” che, col tempo, dovrà essere affrontato da tutti. Un processo in cui “i commercialisti faranno la propria parte”, come sempre al fianco di imprese, soprattutto le Pmi, per le quali “rimangono un punto di riferimento” anche su questo tema.