martedì 29 aprile 2008
"Nemo propheta in patria"
Con spontaneità ho dato la mia disponibilità per un ruolo tecnico.
Il caso ha voluto che a Trenzano si materializzasse quello che al contrario, come segno politico, è accaduto nel Comune di Rovato. Il centro sinistra si è presentato frazionato addirittura con tre liste e ha permesso che accadesse il miracolo.
Miracolo confortato da una percentuale di voti comunque superiore al 30% e da una compagine eccezionalmente brava, coesa, giovane e piena di entusiasmo intorno al neo Sindaco Andrea Bianchi.
Causa la presunta (da parte mia) incompatibilità tra la carica di Consigliere Comunale a Rovato e la carica di Assessore esterno nel Comune di Trenzano ho dovuto esercitare l'opzione tra una delle due.
Scelta difficile e sofferta che ha fatto pendere la bilancia in favore di un impegno promesso da un lato e dall'altro (a Rovato) dall'entusiasmo che vedrà coinvolto il neo consigliere comunale che mi sostituirà, Daniele Lazzaroni al quale esprimo un sincero augurio di Buon Lavoro.
Tale impegno, tengo a precisare, non mi vedrà indietreggiare rispetto al ruolo politico comunque che manterrò nel Comitato Comunale di Forza Italia di Rovato.
mercoledì 23 aprile 2008
Direttivo FI - Errata informazione del Coordinatore
Per la cronaca sono stato, come gli altri componenti del direttivo di FI, convocato ad un fantomatico direttivo del PDL, che ancora deve essere costituito e quindi ho tenuto a precisare che la convocazione non era corretta. Cosi è se vi piace!
venerdì 28 marzo 2008
Seconda lettera dell’ex sindaco Scalvi: “Caro Aldo (Rossi) ti scrivo..”
“BRESCIA, 27 Marzo 2008
Caro Aldo,
ho letto che questa sera le minoranze tornano in Consiglio comunale. Buon lavoro sincero, anche se portate la responsabilità politica di aver privato il Consiglio, per un intero anno, della indispensabile presenza delle minoranze.
Ti scrivo approfittando della nostra vecchia amicizia, consolidata dalle aspre critiche che ci siamo rivolti per le nostre diverse opinioni politiche, riscontrando il tuo apprezzamento per il contenuto della lettera che avevo inviato agli ex-sindaci, con una forma di intervento allora scelta per dare il meno fastidio possibile a voi amministratori, oltre che per l’autorevolezza degli interlocutori. Ho letto, invece, che nel corso di un Consiglio comunale la mia iniziativa è stata catalogata spregiativamente “letterina”: forse perchè giudicata frivola, forse per accostarmi, dato il mio apprezzabile aspetto estetico, a quel mondo di belle ragazze che i programmi della sub-cultura televisiva ci propinano. Tanto è accaduto, ma io non demordo, nei limiti che i miei impegni mi consentono.
Approvare stasera in via definitiva il P.I.I. è un gravissimo errore, perchè è bruttissimo - su questo punto non ci possiamo fare più nulla se non portare i correttivi imposti dalla Provincia e constatare che, in cambio, avremo almeno l’onore di ospitare la caserma della guardia di finanza-, ma soprattutto perchè devono essere prima chiarite con la massima trasparenza due questioni.
Corrisponde al vero che la società coinvolta nel P.I.I. fosse una società anonima con sede negli U.S.A.e che solo nel dicembre scorso abbia aumentato il proprio capitale sociale, vedendo la sottoscrizione delle quote da parte di due ex consiglieri comunali? Che ruolo hanno avuto costoro, quando erano in carica, rispetto al procedimento amministrativo che ha condotto all’adozione di codesto strumento urbanistico? La valutazione è politica e riguarda la formazione degli strumenti urbanistici in un Comune assediato dai P.I.I..
Ho letto il documento del P.D. sulla necessità del piano di governo del territorio. Ci si deve chiedere perchè non abbiano ancora cambiato il piano regolatore se ritengono quello Manenti tanto inadeguato e mi domando perchè invochino la necessità di tutelare il territorio e contemporaneamente lo massacrino con i P.I.I., che aggiungono in modo del tutto privo di logica metri cubi a quelli già approvati nel corso dell’amministrazione Manenti. I P.I.I: non sono un male; il male è farli così, per giunta senza prevedere come si svilupperà il comune.
Ancora più sconcertante è leggere il parere e le prescrizioni della Provincia sul P.I.I. in definitiva adozione.
La Provincia dice che il Comune di Rovato non ha ancora adottato il piano paesistico. Soprattutto è in netto dissenso col Comune che aveva considerato gli edifici ex-zoodula di scarso interesse storico. C’è da arrossire come rovatesi; la Provincia dice: guarda comune che tu possiedi edifici catalogabili per la storia industriale che rappresentano qualcosa di assimilabile all’archeologia industriale (come era, del resto, l’ex fabbrica Redaelli); valorizzalo.
Il Comune risponde: ma che dici, quei capannoncini di mattoni non hanno nessun pregio, meglio le palazzine nuove di zecca a sette piani. La Provincia allora emette prescrizioni per la tutela paesistica del nostro comune. Qui sorge la questione sulla quale richiamo la tua attenzione. Mentre era in corso questa procedura, gli edifici di interesse storico sono stati demoliti; la ex zoodula non c’è più.
La Provincia prende atto della demolizione, si chiede coma possa esser accaduto, dà prescrizioni per salvaguardare quel che resta: roggia, vecchio mulino, piantumazione con specie arboree autoctone, arretramento e abbassamento degli edifici in costruzione, per renderli meno invasivi.
La domanda è proprio quella che ha posto la Provincia: come può essere accaduto che, mentre era in corso la procedura di valutazione per la tutela del nostro territorio, le palazzine storiche, che erano oggetto di tale valutazione, siano state rase al suolo?
Io non entro nel merito del piano integrato, già ho posto il problema e mi chiedo come si possa costruire senza freni, in assenza di un’immagine di massima di quel che sarà il nostro comune nei prossimi anni; mi domando, invece, come ciascun consigliere comunale possa votare definitivamente un piano senza che siano chiariti almeno i due punti che ho posto alla tua attenzione.
Quando si adotta una deroga allo strumento urbanistico, è compito della politica garantire la massima trasparenza perchè nessuna velatura possa intravedersi, anche in tempi caratterizzati da un inspiegabile sacro ardore per demolire ciò che la storia della nostra comunità ci ha consegnato.
Cordialità.
Gianbattista Scalvi”
martedì 12 febbraio 2008
Guardia di Finanza: realizzazione affidata a societa' sconosciuta: dubbi sulla limpidezza dell'operazione.
Il sottoscritto queste domande se le pone
Dr. Aldo Rossi
sabato 2 febbraio 2008
Commento alla lettera di Scalvi
Tornando al confronto sui problemi seri e non sulla denigrazone personale degli attori, e' da anni che personalmente denuncio il malcostume (denunciato da Scalvi nella sua lettera aperta), sia in Consiglio Comunale che dalle pagine di questo Blog personale.
Il dato preoccupante consiste, mi ripeto, nell'assistere all'attività amministrativa volta esclusivamente a procedere a colpi di Piani Integrati. Il Piano Integrato doveva essere uno strumento di riqualificazione industriale; come al solito i nostri amministratori hanno addomesticato lo strumento e lo hanno utilizzato per l'ordinaria amministrazione del territorio. Questo atteggiamento conduce ad un consumo spropositato del territorio con tutti quegli effetti aberranti descritti nella denuncia dell'ex sindaco Scalvi. Mi chiedo ora cosa potrà programmare il prossimo PGT non avendo più territorio a disposizione per progettare uno sviluppo sostenibile dello stesso.
Mi viene da ridere (per non dire vomitare!, scusate il termine)vedere la Fondazione Cogeme (l'iniziativa è lodevole sia inteso)che a Iseo oggi promuove il Convegno FRANCIACORTA A LEZIONE DI SVILUPPO SOSTENIBILE, a fianco di 20 comuni franciacortini (tra i quali ovviamente Rovato).
Da un lato si amministra in modo selvaggio e si consuma letteralmente il territorio e dall'altro, con spirito etico encomiabile, si promuove un convegno per illustrare agli amministratori come non ci si dovrebbe comportare.
La solita coerenza.
Guardia di Finanza a Rovato: nuove rilevazioni!
Andando a spulciare tra le garanzie e gli atti che sarebbero sottesi all’operazione si sollevano dubbi su quella operazione, affidata a una società da 20 mila euro di capitale. Una garanzia a dir poco sconveniente per una caserma da alcuni milioni di euro.
La società che dovrebbe costruire la caserma a Rovato è stata costituita nel 2006 a Coccaglio (!) con capitale controllato in gran parte da una società con sede nel Delaware, negli Usa, a cui poi ne è subentrata una del Wyoming.
Sulla questione Mazzatorta invita proprio la Finanza a indagare sull’operazione.
martedì 18 dicembre 2007
Al Gore e la nuova mission ambientale
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